Una schiacciante vittoria di chi già c'era ha caratterizzato queste elezioni amministrative 2011 a Salerno e nei due centri della Valle dell'Irno, Fisciano e Siano. A detenere lo scettro sono sindaci uscenti e tutti appartenenti al Partito Democratico. Non c'è molta sorpresa a Salerno, dove il sindaco uscente Vincenzo De Luca non abbandona il suo posto al Comune, e con una vittoria del 74,42% batte la Ferrazzano e gli altri. Nel comune di Fisciano si festeggiava ieri già da un po'. Qui infatti non serve aspettare a lungo per capire dove portino a parare i risultati elettorali. Non è servito sottrarre nomi al mondo Accademico e persone della vecchia guardia per battere il Sindaco in carica Tommaso Amabile, riconfermatissimo, che esce da questa controversia elettorale con oltre il 77% delle preferenze: un vero e proprio plebiscito, la percentuale più alta quest'anno registrata tra le municipalità al di sotto dei 15mila abitanti. I candidati di Campanile, Rino Mele con SeL e i moderati di Vargiu hanno raccolto ben poca cosa rispetto alle migliaia di voti che "Insieme per Fisciano" porta a casa. Si fanno avanti i giovani, via qualche "esperto" che passa il testimone. Non ce la fa a riconfermarsi qualche consigliere precedente, non ce la fa neanche qualche new entry, mentre spicca il successone del candidato Vincenzo Sessa, il più votato di tutti, il quale ha avuto per sè oltre mille preferenze, seguito come numero di voti dal già consigliere Antonio Pierri e poi da Alfonso Ruggiero. La festa si è subito spostata dalle urne a Lancusi in piazza Regina Margherita. A Siano dal punto di vista delle conferme succede lo stesso: il medico Sabatino Tenore, della Lista Civica Liberi e Democratici, festeggia anche lui la rielezione a sindaco con il 51%, anche se non con lo stesso scarto di Fisciano, seguito da Gerardo Riccio della lista civica Futura, fermo al 48%. Prende pochissimo il terzo candidato sianese, Sebastiano di Filippo, con lo 0,65%. In queste elezioni vediamo come entri qualche giovane in più, con il presupposto di portare nuove idee e proposte nei nostri centri, ma restano ancora fuori le donne: per il momento il governare e la politica da noi sono ancora "cose da uomini".
Il presidente tiranno

Donald Trump sta sfidando le peggiori categorie più consolidate della politica tradizionale,
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