Ravenna. Giunto alla sua settima edizione, Fahrenheit 39 ritorna nella suggestiva cornice degli antichi magazzini dell'Almagià. Dal 19 al 21 maggio alcuni tra i protagonisti europei della ricerca grafica si confrontano a Ravenna sui temi del graphic design e dell'editoria contemporanea. Primo festival in Italia a occuparsi di questo tema, Fahrenheit 39 anno dopo anno è divenuto un punto di riferimento anche in Europa, grazie alla serie di conferenze tenute da curatori, studi grafici e designer provenienti da tutto il Vecchio Continente, alla mostra di libri d'artista ed editoria indipendente italiana e allo spazio di fiera/mercato dedicato agli editori per presentare e vendere i propri libri al pubblico. Per la prima volta il team di F39, composto da Emilio Macchia, Erica Preli, Fabio Sbaraglia e Gioia Boattini, sarà affiancato dalla presenza di un curatore esterno, l'artista e designer Stefano Faoro.
"I Am You, You Are Me" è il tema di questa edizione, dedicata al rapporto tra l'editoria e le pratiche performative, tema individuato proprio dal curatore. Una relazione la cui base si trova nel linguaggio e nell'uso del corpo. Nei tre giorni della fiera si indagheranno i momenti in cui le due pratiche, editoria e performance, si uniscono. Quando forme di stampa, design, pubblicazione, distribuzione e uso si relazionano a forme di atti performativi attraverso il linguaggio (di ogni tipo), il corpo (individuale e collettivo) e i suoi contesti. Il festival svilupperà un focus di ricerca sulle pratiche della grafica e del design in relazione alle arti performative, potendo contare sulla presenza di ospiti del calibro del maestro Karel Martens (punto di riferimento della grafica olandese), la designer austriaca Astrid Seme, la critica e curatrice d'arte Barbara Casavecchia, il collettivo svizzero Maximage, Jonathan Pierini per la rivista "Progetto Grafico" di Aiap, e dei belgi Eurogroupe (ossia Laure Giletti e Gregory Dapra), tra gli altri.
Ospite speciale, dunque, sarà Karel Martens. Nato nel 1939, grafico e artista olandese, è indubbiamente uno dei grafici più importanti e influenti del mondo. Il suo lavoro, una continua sperimentazione con gli strumenti di stampa, ha ridefinito il graphic design come una scienza e un'arte che si dispiega tra le materie di carta, inchiostro, tipografie, forme, composizioni e proporzioni calcolabili. Indimenticabile insegnante per intere generazioni e infaticabile ricercatore, ha spostato i confini della disciplina in territori inesplorati, conservando un'attitudine eclettica e curiosa con la quale ha abolito definitivamente qualsiasi gerarchia tra i linguaggi visivi. Nel 1999 gli è stato conferito il Dr A. H. Heineken Prize for Art e nel 2012 il premio Gerrit Noordzij, massimo riconoscimento per un grafico olandese.