
Salerno. Tappa graditissima al Modo per Federico Zampaglione che, accompagnato dalle sole tastiere di Stefano Cenci, ha portato sul palco di uno dei locali più attenti alle scelte qualitative musicali dei suoi ospiti un concerto con i "Tiromancino in acustico" per proporre successi del gruppo e altri brani pescati nel loro repertorio dal vivo dall'estro del momento. Una formazione ridotta, rispetto a quella originaria, che ha voluto, come ha chiarito Zampaglione, proporre le canzoni in modo scarno, proprio come sono nate, liberate dagli interventi successivi per assaporarne tutta la loro naturale "crudezza" là dove, poi, le parole dei testi hanno sempre avuto una importanza preponderante in una produzione che non solo ha scalato le classifiche pop italiane ma ha sempre avuto un riscontro positivo da parte della critica più esigente. Questo svincolo da ogni "tirannia" della scaletta ha regalato due "perle" attinte alla sterminata creazione di Lucio Dalla al quale Zampaglione ha voluto rendere omaggio, come maestro ineguagliabile di esperienze musicali e umane, come angelo barbuto dal cuore immenso, con l'esecuzione di "Anna e Marco" e "Felicità" a cui la voce carezzevole e suadente di Federico ha aggiunto un tocco struggente in più. Ecco una delle "contraddizioni" artistiche, se così possiamo chiamarle, del cantautore in cui convivono due anime contrapposte, come poi chiarirà lui nell'intervista rilasciata a noi a fine serata, quella romantica e delicata delle composizioni sonore e testuali e quella "splatter" e cruenta dei suoi film da regista, in particolare "Shadow", del 2009, e "Tulpa" del 2012, divenuti dei veri e propri "cult" per gli amanti del cinema "horror" allo stato puro. Il concerto è scivolato via piacevole e melodioso attraverso i pezzi più belli e conosciuti dei "Tiromancino" dalla cover "Un tempo piccolo", brano storico di Franco Califano, a "La strada da prendere" e "Imparare dal vento", da "L'essenziale" ad "Amore Impossibile" e "Quasi 40", per poi attraversare con scioltezza altri brani meravigliosi come "Nessuna certezza", "L'alba di domani", "La descrizione di un attimo", "Due destini", le cui versioni acustiche non possono che esaltare quella poesia lieve che è, poi, la cifra di stile di un gruppo che nella musica italiana è riuscito a ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto che il tempo ha solo potuto consolidare. Zampaglione, con la complicità del tastierista Cenci, è riuscito a creare un'atmosfera intima, di condivisione e dono di emozioni, un dialogo e uno scambio di battute tra amici davanti ad una birra, grazie anche alla naturale simpatia, quella un pò "caciarona", come si dice a Roma, che aggiungono e non tolgono nulla alla sua musica raffinata. L'esecuzione di "Rocket man" di Eltono John e, a chiusura del concerto, "Nobody knows you when your down and out " di Eric Clapoton, perchè stanco di proporre brani dei Tiromancino, hanno suggellato una performance all'insegna dell'empatia e libertà di espressione senza formalismi d'obbligo, così come è nel progetto originario del loro tour acustico.
- Come è stato tornare a Salerno e che cosa regala un concerto realizzato con una formazione ridotta dei "Tiromancino"? «A Salerno è sempre piacevole ritornare, stasera poi siamo riusciti a mettere su, a realizzare un concertino piccolino che rispetto a quelli in cui suoniamo con il gruppo al completo permette delle libertà maggiori. Tra due ti intendi meglio, al volo, rispetto alle esecuzioni che coinvolgono tutta la band; ti puoi permettere delle improvvisazioni, anche degli errori, delle incertezze, come è capitato stasera, che però di fanno sentire svincolato da obblighi precostituiti. Noi abbiamo suonato e sperimentato in tutti i modi, in formazioni di diversa natura, l'importante è provare a suonare sempre in condizioni diverse, magari lasciandosi ispirare e trascinare dall'intuizione del momento ».
- State già lavorando ad un nuovo album? «Il buon Dio volendo.....a parte gli scherzi, non siamo ancora entrati in studio di registrazione, stiamo scrivendo, siamo nella fase in cui ci stiamo preparando per entrarci....speriamo ».
- Lei è anche regista, ultimamente, poi, ha virato su film decisamente "horror", dando al genere all'italiana una rispolverata che non cede nulla al "soft", si sente più cantautore o regista? «Bella domanda....diciamo che quando sono l'uno non sono l'altro. Se faccio una cosa mi dedico a quella completamente e tralascio l'altra. Ad esempio durante le riprese dell'ultimo film, "Tulpa", già passato a Londra e in Spagna, che sarà presentato a breve in Italia al "Courmayeur Noir in Festival", non ho fatto altro, non ho pensato ad altro, era diventato una vera e propria ossessione. Si tratta di un "giallo" dalle tinte accesissime, in cui si susseguono dieci omicidi efferati, con scene di sesso molto forti, che è stato pesante seguire, hanno occupato la mia mente per un periodo molto lungo. Tra l'altro è stato faticoso anche gestire tutta l'organizzazione, il progetto aveva un respiro più ampio e ha coinvolto molti attori come Michele Placido, Michela Cescon, un cast insomma più impegnativo. Vado, dunque, a periodi se sono concentrato su un film mi butto completamente su quello, lo stesso se sto scrivendo o incidendo un disco ».
FONTE: Roma-Cronaca di Salerno