Proprio in occasione del decennale, irno.it ha organizzato una sorta di reportage che seguirà , passo dopo passo, tutti i preparativi della comitiva, attraverso interviste ai diversi componenti del gruppo.
È doveroso, a questo punto, passare direttamente la parola al regista...
Ormai è il decimo anno che guidi il gruppo teatrale "Amici di Liuccia"; quali sono le motivazioni che ti consentono di seguire, nonostante i tuoi numerosi impegni, questa compagnia?
Sicuramente la passione per il teatro e la gioia di condividere queste belle emozioni con i componenti del gruppo che sono cresciuti insieme a me.
Come è maturata la scelta dell'opera da mettere in scena?
La scelta è stata fatta per esclusione, avendo ormai completato la rassegna delle Commedie di Scarpetta più conosciute e divertenti.
Quali sono le difficoltà incontrate fino ad ora?
La monotonia nel raccomandare la puntualità che viene sempre disattesa.
Come hanno risposto gli attori alle sollecitazioni lanciate affinché "O' miedeco d'e pazze" riesca nel miglior modo possibile?
Ad un mese dalla rappresentazione il terzo atto non è stato ancora letto.
Questo anno, poi, ci sarà una piacevole sorpresa perché è entrato a far parte del gruppo anche Vincenzo, fino ad ora nostra mascotte. Cosa provi a veder recitare tuo figlio nella compagnia che dirigi e coordini?
Spero tanto che cresca seguendo gli esempi e le orme di tutti i componenti del gruppo che stimo ed apprezzo.
Quali emozioni accompagnano il cammino del gruppo e quali sensazioni percepisci nel momento in cui si apre il sipario e li vedi finalmente lì, sulla scena?
La trepidazione che il tutto vada per il meglio, la liberazione del primo applauso, la gioia del consenso finale e la nostalgia di aver archiviato positivamente un'altra bella esperienza di vita.
Nonostante il tono un po' critico (come è giusto che sia quello di un regista) e l'aria lievemente rassegnata, giustificata dal fatto che ogni anno si ripetono sempre le stesse raccomandazioni ma si commettono, puntualmente, sempre gli stessi errori, traspare dalle parole di Antonio tanta stima e rispetto per un gruppo di persone che oltre ad improvvisarsi attori sono, prima di tutto, amici che scelgono di vivere, attraverso la singolare esperienza del teatro, entusiasmanti momenti insieme.
Â