Salerno. Tutto esaurito! Incredibile sold out per lo spettacolo teatrale "mi chiamo Omar", scritto e diretto da Luisa Guarro, rappresentato da Dalal e Omar Suleiman e dalla loro compagnia ieri sera al Teatro Antonio Ghirelli di Salerno. La bellissima performance della compagnia teatrale ha coinvolto tutti con delicatezza e suggestione, inclusa la cena araba i cui invitanti profumi hanno invaso la sala durante le scene finali, tanto che qualcuno ha parlato di "spettacolo che ha sapientemente coinvolto tutti e cinque i sensi". Si chiude così, con straordinario successo, la rassegna "femminile palestinese - la donna, l'arte, la resistenza", ideata e curata da Maria Rosaria Greco. "mi chiamo Omar" è la storia semplice di una famiglia palestinese, incastonata all'interno della storia complessa della Palestina, che ha conquistato l'attenzione, la sensibilità e la voglia di ascoltare del pubblico. Cullato dalle note della musica araba, lo spettatore si è sentito trasportato in un altro Paese per ascoltare il racconto di una casa in un remoto villaggio, attraversato da battaglie, soprusi e violenze e, per immaginare e percepire, ognuno secondo la propria sensibilità, gli scenari, le difficoltà e i sentimenti di questa storia, di queste persone. Lo spettacolo, sin dalla sua struttura scenica, ha voluto rafforzare la potenza magica della narrazione orale. Un telo gigante, grande come uno schermo del cinema, ha rappresentato "la mente di chi ascolta" e su di esso hanno preso forma le immagini evocate dal racconto. Gli spettatori hanno assistito, così, al tramutarsi delle parole in suggestioni che, nell'impossibilità di eguagliare il reale accaduto, sono diventate disegni animati (video-proiettati) ombre e immagini rarefatte, di attori che, dietro quel telo, hanno interpretato i parenti più prossimi di Omar e il suo passato. La preparazione della cena araba ha completato il racconto di Omar, attraverso gli invitanti profumi speziati in scena prima, e i sapori gustosi nel fuori scena poi, seducendo lo spettatore, che, con curiosità e condotto per mano, è entrato in questa storia, condividendone emozioni, sentimenti e assaporando gli ingredienti che la compongono. Con lo straordinario successo di "mi chiamo Omar" di ieri sera si conclude la rassegna "femminile palestinese - la donna, l'arte, la resistenza", che la curatrice, Maria Rosaria Greco, ha voluto dedicare al ruolo della donna nel mondo arabo e all'importanza del contributo femminile nella cultura palestinese, alla capacità cioè che le donne hanno di mettere in discussione i confini e le narrazioni dell'occupazione. Attraverso l'arte e la creatività la donna sa esprimere resistenza all'occupazione, alla colonizzazione, alla diaspora, alla discriminazione, alla violenza. Per la realizzazione della rassegna si ringrazia il significativo partenariato consolidato con l'Agenzia giornalistica Nena-News Agency (Near East News Agency), impegnata da anni a garantire un'informazione indipendente ed accurata su tutto il Vicino Oriente, dando voce alla resistenza contro la colonizzazione e le due associazioni promotrici: "Cultura è Libertà" e la "Comunità Palestinese della Campania" che sostengono la cultura palestinese, in quanto espressione dell'esistenza e resistenza di un popolo. Ma il ringraziamento va a tutti gli altri attori che hanno costituito una vera e propria rete nel territorio: la rassegna "femminile palestinese" ha raccolto il sostegno e il partenariato del Comune di Salerno, della Fondazione Salerno Contemporanea, del Teatro Antonio Ghirelli (TAG), dell'Università degli Studi di Salerno, della Mediateca MARTE di Cava Dè Tirreni, di Nena-News Agency, della Fondazione Alfonso Gatto, della Rete Radiè Resh gruppo di Salerno, dell'ANPI sezione di Salerno, dell'associazione di donne "se non ora quando" sezione di Salerno e dell'associazione Asinu. Ha sostenuto il progetto inoltre la Banca di Credito Cooperativo di Aquara.
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