A quanto ci ha dichiarato, questa sua “opera prima” – tale possiamo considerarla – anche se di sei minuti appena è appunto “intrisa di arte fumettistica, che molti giudicano morta, passata di moda.”
Il cortometraggio, intitolato “Senza identità” (sei minuti, 2009), nasce da uno sforzo produttivo non dilettantistico, che – ci spiega l’autore – “ha incontrato difficoltà pratiche nel lavorare su tale argomento.”
Da poco tempo il noir di Russo è approdato su Internet (You tube) e nell’ambito della nuovissima web tv allestita presso il campus universitario di Fisciano; la rete, infatti, anche secondo lui, è un modo per comunicare e far comunicare, relazionare le nuove generazioni tra loro in maniera da facilitare l’acquisizione e lo scambio, la condivisione di concetti e temi culturali o meno.

 


Ben vengano dunque, per il prestigio dell’Ateneo di Salerno, tali interessanti iniziative, tra le molte che pullulano soprattutto in tema di informazione e di nuove tecnologie presso l’università.
Tornando al “corto” succitato, esso è stato girato interamente ad Agropoli, nella location dell’hotel “Mare”, all’esterno e nella hall dell’edificio. Le scene al bar e sulla spiaggia sono state riprese invece al lido “Aurora”, sempre ad Agropoli.
Il regista Michele Russo ci racconta che ha scelto due attori di Mercato S. Severino, e cioè Vincenzo Albano (frequentante il Davimus, ossia il nuovo indirizzo per discipline musicali, coreutiche, artistiche e visive, nonché facente parte del Centro Teatrale Universitario) e Giusy Emanuela Iannone, anche lei laureata in queste discipline, una sorta di Dams.
Un altro attore protagonista del breve filmato è stato Pietro Paolo Parisi, di Nocera Superiore, direttore artistico della compagnia teatrale “Gagd” operante a Cava dei Tirreni.


Gli ingredienti per fare del regista Russo un “grande” da osannare o per lo meno un discreto operatore cinematografico appassionato, che crede nel valore della cultura e dell’arte scenica ci sono tutti, così come ci sono – secondo noi - tutti i requisiti perché i progetti futuri di Russo – di cui parleremo a breve – possano aspirare al successo o quanto meno essere apprezzati dal pubblico (un pubblico oggi molto più critico e “severo”, pretenzioso)…
Sempre parlando di “Senza identità”, vogliamo ricordare – è quanto ha auspicato l’autore – altre persone che si sono impegnate e prodigate anche se non in scena quali interpreti ma a livello di “backstage”, di (post) produzione. Tra queste il compositore della musica, ricca di suspence, che ha fatto da colonna sonora alle azioni degli interpreti: Pierpaolo Iemmo, componente del gruppo rock alternativo “Manciva”, che ha presenziato pochi anni fa alla prestigiosa rassegna musicale di Stereolab, sempre a S. Severino; poi ricordiamo anche l’operatore di telecamera, che effettua riprese alla Città della Scienza di Napoli: il suo nome è Gennaio Sebastianelli. Insieme a questi due realizzatori Russo coglie l’occasione per sovvenire tutti coloro che hanno fatto parte del suo staff.
Ma sentiamo Michele Russo dalla sua viva voce, per rispondere alle nostre domande riguardanti la sua “carriera” e in particolare ci soffermeremo sulla parte tecnica e organizzativa di “Senza identità” ma discuteremo anche dei prossimi progetti che egli ha in cantiere.


Perché ha realizzato il corto?
“Perché sentivo una necessità impellente di attuare qualcosa di concreto dopo anni di teoria, dopo uno studio non pratico; con questo mio corto e attraverso le esperienze future spero di applicare gli insegnamenti ricevuti.”


Quanto tempo c’è voluto per approntare il filmato?
“Devo dire più di tre mesi, in quanto non mi sono limitato solo alla sceneggiatura, ma anche alla postproduzione.”


Ci riassume in breve i temi e le tecniche da lei utilizzati per realizzare “Senza identità”?
“Punto molto sulla strategia della tensione, veicolata da una colonna musicale piena di thriller e da un sapiente uso dei colori e dell’illuminazione, delle luci, nonché di un montaggio ad hoc e basandosi sul controluce. Questo utilizzo particolare delle luci sceniche ha dato una connotazione essenzialmente nebulosa, anche se il sole estivo nel corto era fortissimo. “
“Ho voluto esprimermi e cimentarmi con un cortometraggio insolito, non basato sulle solite gag come fa qualcuno, ma in un intreccio intrigante anche se con pochi mezzi finanziari.”
“Anche se le risorse non erano molte – ha proseguito Russo – mi sono voluto soffermare su un qualcosa di ambiguo, senza influenze particolari, a parte un po’ il grande Hitchcock, ma riferendomi all’iperrealismo e al metacinema.”


Ha avuto altre esperienze, ha fatto qualche scuola apposita per registi, prima di far uscire questo filmato?
“Ho attuato un altro corto meno elaborato, un saggio scolastico quando frequentavo la scuola di regia a Roma. In questa scuola ho conosciuto Maurizio Sciarra, aiuto regista di Comencini e Daniele Luchetti, che ha realizzato film come “Il portaborse” e “Mio fratello è figlio unico”. Il loro (e non soltanto loro) esempio mi ha aiutato a crescere.”


Progetti futuri?
“Tra i sogni che ho nel cassetto mi piacerebbe realizzare quello che prevede l’approntare un documentario su un argomento scottante e di attualità, un documentario concernente un fatto di cronaca legato alla politica e accaduto a Salerno: ci sto già lavorando da un mese, ma non voglio rivelare ancora i particolari di questo progetto perché voglio che sia una sorpresa per gli spettatori.”
“Il fatto di cronaca di cui parlo – asserisce Russo – è importante in quanto rappresenta un triste primato proprio per Salerno, il luogo in cui è avvenuto il primo fatto di sangue causato dalla strategia della tensione e dalla politica.”
“Ho idea di concludere questo impegno per la fine di marzo – ha concluso Russo – dopo essermi preparato, documentato da fonti librarie che hanno riscosso il mio interesse e risvegliato la mia curiosità; l’argomento mi piaceva e meritava un approfondimento.”