Un film corale che spiega la convinzione di superare il lutto e continuare a vivere di una famiglia e, allo stesso tempo, l'attaccamento ad essa, di una figlia defunta che non riesce ad andare oltre il "mondo di mezzo" per seguitare ad assistere e dare speranza ai famigliari, dilaniati dal dolore di una perdita prematura. Ed è a questo punto che il regista Peter Jackson e l'autrice dell’incantevole libro da cui è tratto il soggetto del film, Alice Sebold, tentano l'impossibile: descrivere non tanto, e non solo, ciò che avviene dopo la vita, ma perché. Nel caso di Susie il perché è da ricondurre al ratto che lo stupratore/assassino compie della sua esistenza. Lei resta a guardare dall'aldilà, a volte interagendo con l'aldiquà; avvolta da un tempo inesistente in uno spazio inconsistente dal quale, però, esamina chi è stata, chi l'ha cresciuta e chi l'ha uccisa.
Non vorrei dilungarmi di più sulle impressioni che spero vengano condivise. Termino con delle informazioni di servizio, che mi hanno spinto, dopo aver letto il libro, a vedere il film: la scrittrice è atea convinta, divenuta, nel 2002, caso letterario negli States col libro The Lovely Bones - Amabili Resti, il più venduto romanzo d'esordio dai tempi di Via col Vento di Margaret Mitchell nel 1936; è un'ex eroinomane, vittima di uno stupro ai tempi dell'università, poco desiderosa di mostrarsi in pubblico e col pallino per il terrore.
Da tenere d'occhio in libreria!
Sarebbe facile consigliarvi la lettura del libro della Sebold, ma risulterebbe banale giacché implicito.
Vi consiglio invece un libro che mi sta facendo non poco bene, di:
Dan Fante, Angeli a pezzi, ed. Marcos y Marcos, 224 pp, € 12,00. Storia eccezionale di un figlio che si allontana dalla morsa familiare per colpa di un padre, poco adatto a tale ruolo, al quale resta devoto fino alla fine, ma...