
Salerno. Anche "Jennifer" approda tra i tavoli della locanda di Anna Carillo, dove proseguono le cene teatrali a cura di Antonello De Rosa. Dopo aver dato spazio ai suoi allievi del laboratorio Scena Teatro, sarà proprio lui, giovedì 29 dicembre alle ore 21, a mettersi in gioco con una della sue messinscena più applaudite di sempre. L'attore e regista salernitano vestirà i panni di "Jennifer", il travestito malinconico, dotato di una spiccata sensibilità che vive in un monolocale a Napoli. Atterrito dal serial killer che sta facendo vittime nel suo stesso quartiere, vive blindato in casa da molto tempo. Non esce più, inoltre, perché sta aspettando una telefonata da Franco, l'ingegnere di Genova con cui ha legato da tempo e a cui, nell'attesa, continua a dedicare "Se perdo te" di Patty Pravo. Purtroppo è ben difficile capire quando Franco chiamerà: il telefono di Jennifer, per via di un guasto, sembra captare tutte le chiamate del quartiere. Jennifer è uno spettacolo che Antonello De Rosa porta sul palco da anni, incassando sempre grandi consensi. In scena, il volto e il corpo di De Rosa personificano tutte le conseguenze dell'incontro tra Jennifer e Franco all'interno di una discoteca, un amore straziante, un amore atteso che farà della vita di Jennifer un contenitore di solitudine all'interno del quale saranno i pensieri e voci della radio a fare da amico-nemico del personaggio innamorato. "Tutto prenderà corpo realmente - ha spiegato il regista - nel testo originale ho sempre lavorato sui pensieri e sulla solitudine di Jennifer. In questo caso il pensiero prende corpo, prende vita. Il pubblico del ristorante vedrà come Jennifer ha conosciuto l'ipotetico Franco. Tutto ciò che fino a quel momento era rimasto nel suo pensiero intimo qui prende vita". Anche stavolta, la performance sarà intervallata dalle pietanze della cucina tradizionale campana, a base di pesce freschissimo. Sarà avvincente per il pubblico entrare nel vivo della teatralità dell'attore. Particolarità, questa, delle cene spettacolo che hanno proprio il vantaggio di stabilire una connessione più stretta tra la scena ed il pubblico privilegiando una partecipazione più condivisa, senza barriere, nel segno della convivialità di cui la buona tavola è certo complice.