
di Gerardo de Luca
Se speravate di esservi liberati di me, vi siete sbagliati e non potevo non intervenire nella recensione di un film che ho lungamente atteso e che seppur abbia deluso le mie aspettative con piacere vi rivolgo l'invito a vederlo. Personalmente mi aspettavo di "vedere il libro", quel che ho visto mi ha comunque convinto sia sulla bravura degli attori che del regista, il quale liberamente si è ispirato alla tessitura narrativa del romanzo di Paolo Giordano sviluppando un'opera quasi a se stante. Anche alla 67^ Mostra Internazionale d'arte Cinematografica di Venezia tutti si aspettavano da questo film grandi rivelazioni e di questo Saverio Costanzo (figlio di Maurizio ...) ne era perfettamente consapevole tanto da aprire la conferenza stampa di presentazione del film parlando proprio dell'ansia che precedeva la proiezione: "Uno va al cinema e si aspetta chissà che, si aspetta Il Gattopardo, invece il mio è un film normale!!!". Chi non ha letto il libro lo apprezzerà di più, chi lo ha letto resterà a tratti basito, soprattutto per il finale!!! Discutere sta facendo discutere ma non tanto per la mancata simmetria col libro, linea legittima essendo il cinema una lente diversa dalla scrittura. Costanzo sta facendo discutere perché ricostruisce l'angoscia dell'esistere di Alice e Mattia, i protagonisti del romanzo, a modo suo. L'affanno diventa un gioco, un puzzle che Mattia bambino porta in dono alla festa di compleanno di un compagno di classe e che costituisce l'atroce punto di non ritorno della sua vita (in questa sequenza godetevi un cameo di grande qualità, Filippo Timi/mago). La sceneggiatura (scritta a quattro mani con l'autore del best seller Paolo Giordano) è un concentrato di schegge di vite, delle vari fasi dell'esistenza umana, ognuna segnata da un dolore, ciascuno superato con spasimo, ma cosa fare quando ci si ritrova soli con sé stessi: Alice tenta un disperato cambiamento, riappropriarsi di quel che aveva sommerso nella scatola della memoria, lasciarlo riemergere per farlo rivivere. Il dolore può ritornare in vita diventando amore? Forse no, ma l'Amore è senz'altro un dolore mascherato! E mentre le rughe sui nostri volti diventano più profonde, segni forse di ricordi inconfessabili, vi consiglio di leggere, prima che sia troppo tardi, un fantastico e commovente libro che vi farà vedere la felicità dove meno ve l'aspettate: "Mangia prega ama" di Elisabeth Gilbert (traduzione di Margherita Crepax).
INFO FILM: Ita/Fra/Ger 2010, 118 minuti, drammatico, regia di Saverio Costanzo, soggetto di Paolo Giordano, musiche di Mike Patton con Alba Rohrwacher, Isabella Rossellini, Filippo Timi, Luca Marinelli, Aurora Ruffino.