Gli spettatori che hanno seguito, in un silenzio attonito ed angosciante, le drammatiche storie dei personaggi, alla fine hanno tributato il loro apprezzamento per chi ha avuto "l'ardire" di trattare certe tematiche, di svelare l'irraccontabile, di parlare di camorra sulla carta e sulla scena.
Lo spettacolo, coraggiosamente prodotto dal Teatro Mercadante di Napoli, dove ha debuttato nell'ottobre 2007, sta toccando tutte le città d'Italia; è stato rappresentato con successo anche a Berlino e ha già raccolto diversi premi, tra i quali il Premio Franco Enriquez come miglior spettacolo d'impegno civile. Non a caso è andato in scena il 25 febbraio, nell'ambito della Giornata sulla Legalità organizzata dal Comune di Mercato San Severino, coinvolgendo anche la scuole, e tanti erano i ragazzi presenti ieri sera al Teatro Comunale.
"Gomorra a teatro è come una sventagliata di Kalaschnikov, rapida, violenta, ..." racconta il regista Mario Gelardi ed ancora "Ho cercato un senso di movimento circolare, un continuo rincorrersi di personaggi e storie. Un continuo senso di disagio che non ti fa stare fermo sul posto, che fa cercare sempre qualcosa di diverso, qualcosa di "altro" da quello che si è e si ha. Un rincorrersi delle storie continuo, con i personaggi che si superano, che si affiancano, che si fermano ad ansimare per la fatica".
Ed infatti il ritmo dello spettacolo è davvero incalzante, senza soste, non dà respiro, sottolineato da musiche e sonorità che introducono squarci di vita dei cinque personaggi, le cui storie si intrecciano con quella di Roberto, cha fa da collante tra esse.
"Le storie di Gomorra, i personaggi raccontati, sono talmente tanti, incalza Gelardi, e soprattutto così drammaturgicamente interessanti, che ci è stato chiaro fin dall'inizio che sarebbe stato impossibile racchiuderli in un unico spettacolo. Abbiamo scelto e lo abbiamo fatto in base a quelle che erano per noi le vite più "necessarie" da raccontare."
La scenografia di un cantiere edile, che dà la sensazione di una città sempre in costruzione o sempre in decadenza, fa da sfondo a questi personaggi che si muovono, soffrono, sopravvivono, tra sacchi di cemento, impalcature e secchi di vernice.
Bravissimi gli attori, da Ivan Castiglione che interpreta con straordinario coinvolgimento fisico ed emotivo lo scrittore Saviano, negli anni in cui frequentava gli ambienti malavitosi della sua terra con lo scopo di capire e raccontare, a Francesco Di Leva ed Adriano Pantaleo, gli istintivi e animaleschi Pikachu e Kit Kat, ed ancora Giuseppe Gaudino e Giuseppe Miale Di Mauro che rappresentano l'altro livello del racconto, "quello imprenditoriale che non si sporca mai le mani direttamente, che coordina a distanza, che ha interessi in tutto il mondo".
Ed infine da sottolineare anche la partecipazione straordinaria di Ernesto Mahieux, il raffinato sarto Pasquale, dalla cui piccola sartoria che contraffa le grandi griffes esce il vestito indossato da Angelina Jolie nella notte degli Oscar.
Il progetto teatrale non ha tolto nulla alla straordinaria scrittura di Saviano, ha invece dato una faccia ai protagonisti del libro, ha dato voce alla parola, ne permette la diffusione, la diffusione di verità .
"Una verità detta in solitudine non è altro che una condanna in molta parte di questo paese. Ma se rimbalza sulle lingue di molti, se viene protetta da altre labbra, se diviene pasto condiviso, smette di essere una verità e si moltiplica, assume nuovi contorni, diviene molteplice e non più ascrivibile solo ad un viso, ad uno scritto, ad una voce. E il simposio, la tavolata, il banchetto in cui ciò può avvenire, mi piace pensare possa essere anche la scena", il commento di Roberto Saviano.
La foto è tratta dal sito del Mercadante www.teatrostabilenapoli.it
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