Non sono il massimo, poi, le interpretazioni dei due attori principali, mancano di pathos, soprattutto mi risulta essere poco credibile la Chiatti. Ciononostante l'invito a vederlo resta valido perché il film è ben costruito, attraente è la sceneggiatura ed appropriata è la regia del, già noto, Volfango De Biasi (ve lo ricordate il film "Come tu mi vuoi" del 2007, bene lui era il regista!!!). Gradevoli le musiche, nonchè la scelta di alcuni brani, di Michele Braghi e buona la fotografia di Enrico Lucidi, membri stabili dell'equipaggio di De Blasi. Per essere una rilettura, in chiave moderna, di un'opera scritta nel 1600 mi sembra che il risultato sia, tutto sommato, tollerabile. La sensazione che viene fuori, dal confronto con l'originale, è che in fondo oggi siamo "solo" più inclini alla cattiveria che alla malvagità tipica di un tempo. Un risultato di tutto rispetto, se si considera che non andiamo più in giro con lo spadino appeso all'anca. Noterete che del testo originale cambia non solo il titolo e le sfumature, non sempre secondarie, il che non è poco ma è pur sempre "liberamente tratto", e nel film attuale si cerca di rispettare tutta la teatralità linguistica dello scrittore inglese, le parole assumono potenti il loro significato nelle espressioni. Un'ultima curiosità, per chi non lo sapesse, Jago è un nome inventato dal grande Shakespeare ed è il diminutivo di Giacomo (Jacob). (ndr)

Iago (Nicolas Vaporidis) è un giovane studente di architettura prossimo alla laurea. Desdemona è la figlia del rettore dell'Università in cui studia Iago. Iago è di umile famiglia ed è innamorato di Desdemona. Costei inizialmente sembra poco convinta perché attratta da Otello, ricco, bello e francese. Per una donna, credo, il massimo. Ma il povero Iago, lo sfigato ultimamente va di moda, è caparbio e poi... e poi, che Iago sarebbe se non sapesse cavarsela e piegare le circostanze al suo volere. Per chi ha tempo di tuffarsi in un classico sempre verde, consiglio:

W. Sheakespeare, Otello, Milano, Garzanti, 2002. Prezzo € 8.