
Salerno. La Galleria Tiziana Di Caro ospita "Antihorizon", mostra personale di Nicolàs Pallavicini (Buenos Aires, 1976), che inaugurerà sabato 18 maggio, alle ore 19.00. Con questa mostra Nicolàs Pallavicini presenta la sua produzione più recente, in cui, attraverso la pittura, l'artista si pone al limite di due contesti, in una zona in cui il pensiero umano sembra dover rimanere disorientato. Nel suo percorso i passaggi si delineano chiaramente: dal paesaggio inteso in senso tradizionale, si giunge al paesaggio urbano che, nel tempo, viene motivato dal caos. Ed è proprio questo caos che è al centro del progetto "Antihorizon". Il titolo indica una zona franca, in cui il senso dello spazio e della distanza sono come cancellati. Qui il visitatore si trova come davanti ad un bivio, le cui strade corrispondono a due aree di produzione. La prima caratterizzata da gesti delicati e sensibili che evocano espressioni atmosferiche molto intense dal punto di vista cromatico, seppure rarefatte nella forma. La seconda, invece, rimanda all'errore, alla cancellazione e alla catastrofe, che già avevano occupato un ruolo importante nella produzione del 2011 ("Praxis - Mimesis"), anche se al tempo ebbero una motivazione soprattutto di carattere formale, mentre ora risulta evidente che l'affastellarsi delle pennellate e la materia molto complicata non possono non indurre all'inquietudine. Ancora una volta la pittura è un atto sovversivo, che oscilla tra l'obnubilazione e il disordine, tra il torpore ed il caos. Quello che più caratterizza la produzione recente è l'attitudine a rendere molto evidente il gesto pittorico che diventa un atteggiamento fisico dell'artista nei confronti delle opere: le pennellate, alle volte sostituite da spatolate, sono sempre più materiche; sempre più frequente è anche la tendenza a calpestare le tele, senza preoccuparsi delle tracce di questa azione: le impronte lasciate sono indicatori di una volontà precisa, di una irruenza e spontaneità che non prevede ripensamenti.