Salerno. Correva l'anno calcistico 2010/2011. La Salernitana perdeva i playoff contro il Verona e vedeva infrangersi il traguardo della Serie B. Il passo dal sogno all'incubo fu breve: lo spettro del fallimento incombeva sulla compagine granata, costretta a ripartire dall'Eccellenza. Ma, tra lo stupore generale, un imprenditore romano, già patron della Lazio, decise, insieme a suo cognato, di investire in una piazza calorosa ma esigente come quella salernitana, ripartendo dalla Serie D. Nuovo nome, Salerno Calcio, e nuovi colori sociali (il blaugrana) ma lo stadio ed i tifosi erano sempre gli stessi, passionali, presenti, con circa 5000 persone di media, un record per la categoria dei dilettanti. Poi in due anni due promozioni, dalla D alla C1, con in sella mister Perrone; una Coppa Italia di Lega Pro messa in bacheca e adesso l'ambito traguardo della Serie B. Tutto questo firmato Claudio Lotito. Il presidente, ai microfoni dei giornalisti in sala stampa, dopo il giro trionfale a bordo campo, svela tutto il suo entusiasmo: "Con Lotito risultato garantito! Qui non si vendono sogni ma solide realtà" è stato l'incipit del numero uno granata, che poi ha aggiunto: "La società ha mantenuto gli impegni che ha assunto, in cinque anni siamo ritornati nel calcio che conta. L'appetito vien mangiando, state parlando con uno a cui piace vincere e non fare la comparsa. In tre anni e mezzo abbiamo preso una squadra dall'Eccellenza partendo da zero, abbiamo fatto ripescare la società con un esborso significativo di 35mila euro ed abbiamo iniziato questa avventura, oggi abbiamo una struttura, gestiamo il campo ed è cambiato dal giorno alla notte. Questo obiettivo è stato raggiunto grazie agli sforzi miei e di mio cognato ma grazie ai contributi di tutti ed anche dei tifosi che sono accorsi numerosi costituendo il 12mo uomo in campo". Poi il presidente chiama a raccolta il pubblico granata in occasione dell'ultima partita contro la Casertana: "Dobbiamo fare in modo che in occasione dell'ultima gara ci siano i tifosi di tutta la provincia. Ora siamo nel calcio che conta in maniera stabile, in otto mesi abbiamo riacquistato i beni immateriali mentre altri club lo hanno fatto dopo anni". Capitolo mister: "Menichini? Con lui c'è un rapporto di grande rispetto e stima, non nascondo che a ridosso di alcune partite ci siamo sentiti ma il mister fa le sue scelte ed io faccio le mie, la gestione tecnica è dell'allenatore. Il mister è stato scelto dalla società, a Gennaio alcuni calciatori avevano chiesto di andare via ed io li ho trattenuto mentre altri li abbiamo fatti partire. Tra società e mister deve esserci un rapporto di osmosi". Emozionato anche il co-patron Mezzaroma: "Sono incredulo, non mi aspettavo di festeggiare già oggi. Sono stanchissimo ma ovviamente anche felicissimo, vedere quanta passione regna attorno alla squadra mi riempie di orgoglio. Dopo il triplice fischio, ci ho messo un po' per realizzare quanto è accaduto, questa vittoria è il coronamento del nostro progetto quinquennale, partito da lontano con una società che aveva altri colori ed un altro nome fino ad arrivare ad oggi". Incalzato sulla prossima stagione, Mezzaroma ha risposto così: "Avevamo messo in preventivo di salire entro cinque anni, ce l'abbiamo fatta presto ed il merito è di tutti. La B? E' un campionato diverso, soprattutto a livello economico, adesso ci godiamo qualche giorno di festa e poi penseremo a programmare il futuro; dobbiamo migliorare tutte le componenti, quella tecnica e quella ambientalistica".