Salerno. Ripetutamente, in questi giorni, abbiamo ascoltato dai tg nazionali e da tutti i media del Paese il nome della Salernitana associato all'ennesimo scandalo calcioscommesse. Come già scritto in precedenti articoli, le partite oggetto dell'inchiesta sarebbero Salernitana - Messina del 21 dicembre e Salernitana - Barletta del 25 aprile, match che sancì il ritorno in cadetteria degli uomini in maglia granata. Una cosa è certa: la vicenda è poco chiara e finora è stata creata molta confusione. Ad oggi è saltata fuori solo un'intercettazione nella quale viene nominata la Salernitana, che di per sé non significa nulla. La conversazione è tra Giorgio Flora, figlio del presidente del Brindisi, e l'ex calciatore Savino Daleno: "Hai visto il Martina che ha vinto a Lecce?" chiede Flora a Daleno, che risponde: "Ma a Lecce ha vinto? Mannaggia...". Ed ecco la frase di Daleno in cui viene menzionata la Salernitana: "Davanti Lecce, Salernitana... tutte hanno perso!" e Flora: "Si lo so! Incredibile eh?". "Quelle secondo me fanno certe insalata, fanno..." dice l'ex giocatore. Sul sito di Cronache del Salernitano, il direttore Tommaso D'Angelo ha scritto: "Nell'ordinanza di oltre 1000 pagine non compare mai la Salernitana. Smentita in poche ore la notizia diffusa dai principali siti nazionali dove si leggeva che sarebbero almeno tre le squadre tirate in ballo in questa nuova fase dell'inchiesta". Addirittura sembrerebbe che la partita del 25 aprile tra Salernitana e Barletta in quasi tutti i centri di scommesse in Italia, come riportato in un suo articolo sui media locali dal giornalista salernitano Gaetano Ferraiuolo, non quotavano la partita, giocabile solo all'esterno. L'unica cosa certa è che la Salernitana, fino a questo momento, ha zero indagati in rosa e nell'organigramma societario. Ma in caso di coinvolgimento, cosa rischia? Di certo non perderebbe la promozione in B perché se dovesse esserci qualche tesserato indagato che non sia il presidente, si ricorrerebbe a squalifiche personali e, nel peggiore dei casi, ad una penalizzazione da scontare nel prossimo campionato. Insomma, è responsabilità diretta quando è chi presiede la società a fare la combine ed a quel punto è prevista la retrocessione all'ultimo posto e la retrocessione nella categoria inferiore, con squalifica o radiazione del proprietario del club. Il passato è pieno di precedenti (basti pensare all'Atalanta per il caso Doni, ndr), con le società che al massimo hanno subito una penalizzazione da 3 ad 8 punti in classifica. Per il momento, è tutto un gran chiacchiericcio.
Il presidente tiranno

Donald Trump sta sfidando le peggiori categorie più consolidate della politica tradizionale,
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