I lavori, divisi in sezioni, verteranno sui seguenti aspetti: buffoni e burloni europei, trickster mediterranei, eroi comici extraeuropei, sezione "Il buffone e la sua gente", metamorfosi odierne del trickster, antropologia del comico.
Anche Mimmo Liguoro, napoletano, giornalista storico della RAI, autore di diverse pubblicazioni, cultore della tradizione partenopea e attualmente docente della Scuola di Giornalismo di Salerno, parteciperà , attraverso un video da lui preparato, al dibattito. Ecco cosa ha detto di una maschera che sente molto vicina: «Pulcinella è una maschera a due dimensioni. Da un lato rappresenta la contestazione ai tentativi di sopprimere l'individualità , è quindi a suo modo rivoluzionaria, ma senza usare armi vere e proprie.
Le sue armi sono l'astuzia, l'ironia, strumenti particolari e forme "sotterranee". La seconda faccia è quella del Pulcinella "pulcinellesco", interpretato in maniera buffonesca al cento per cento». Ed è proprio quest'ultimo aspetto che superficialmente ha preso il sopravvento nell'opinione comune. Dimenticando il suo lato "impegnato" Pulcinella è finito per diventare l'emblema del napoletano scansafatiche. «Ha prevalso questa faccia - continua Liguoro - anche se in realtà la maschera di Pulcinella, portata in scena da grandi attori, rappresenta un popolo sprovveduto ma intelligente, seppur privo di risorse». E alla domanda "quanto è attuale Pulcinella" il giornalista conclude: «Fin quando ci sarà il potere prepotente ci sarà Pulcinella, come "difensore del popolo"».