Fisciano. "Dedicato a Francesco, Davide..." per poi proseguire con tutti gli altri nomi degli 8 studenti morti nel crollo della casa dello studente a L'Aquila. A ricordarli con questa dedica all'inizio del suo libro "Sentimenti in gioco. Testimonianze dal mondo studentesco" è Maria Antonietta Selvaggio che ha presentato la sua opera nella giornata di ieri al Campus Unisa all'interno del Seminario "Immaginario e Studi di genere". Il seminario promosso dall'Osservatorio per la diffusione degli Studi di Genere e la cultura delle Pari Opportunità (OGEPO) in collaborazione con la Società Italiana delle Storiche (SIS) prende forma, incontro dopo incontro, attraverso una serie di convegni atti alla sensibilizzazione contro ogni forma di discriminazione. Nella giornata del 12 Marzo, è stata la volta della presentazione del libro della Selvaggio durante un incontro arricchito dalla preziosa presenza del prof. Natale Ammaturo, della prof.ssa Gloria Chianese della Fondazione "Di Vittorio" e della prof.ssa Maria Rosaria Pellizzari, che attraverso le proprie idee e ricordi hanno regalato delle importanti testimonianze.
"Sentimenti in gioco" nasce da un' analisi sociologica della autrice rivolta ad un campione di 32 studenti, provenienti da facoltà universitarie e istituti superiori di Roma, Napoli e Salerno. Lo strumento utilizzato per la ricerca è l'intervista in profondità, strumento che non solo riesce a scavare profondamente nell'identità del giovane, ma a creare una ponte tra intervistato e intervistatore. Al centro della discussione i rapporti amorosi e le relazioni interpersonali tra giovani studenti di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Emozioni, cuore, famiglia, paternità, e poi lavoro, bisogno di indipendenza. Queste le varie tematiche affrontate nel volume, anche se poi a regnare in maniera indiscussa tra le pagine del libro è la rete dei sentimenti. I protagonisti di questo volume sono ragazzi nati negli anni 90, età in piena evoluzione tanto informatica quanto dei sentimenti. Sono abituati al benessere e ad una realtà in cui l'informazione viaggia veloce. Una generazione di giovani etichettati spesso come "vuoti e senza valore". Ma cos'è che non sappiamo di loro? Attraverso le risposte, inerenti a specifiche tematiche trattate, possiamo tracciare un identikit del giovane moderno. Dalle interviste è emerso che i giovani intendono l'Amore come una sorta di comunicazione in cui sono fondamentali la sincerità, la comunicazione e la condivisione. Comunicazione dunque anche dal punto di vista sessuale: il rapporto sessuale è, quindi, una forma di comunicazione in cui a comunicare sono i corpi. Tale concetto è condiviso quasi da tutti gli intervistati, senza distinzioni di sesso o di età. Sulla delicata questione della "violenza sessuale", si registra invece una controtendenza. Vi è una differenza netta tra le risposte dei ragazzi e delle ragazze. Se per quest'ultime la violenze nasce sempre da una mancanza di rispetto degli uomini nei confronti delle donne, per i ragazzi (come leggiamo dal racconto di Salvatore, 18 anni del liceo scientifico di Salerno) è "la donna, spesso, a provocare l'uomo". Ancora in seno ad una concezione maschilista, ci rendiamo conto che non solo un'evoluzione in ciò non si è verificata, ma ci sembra di esser stati catapultati improvvisamente nel Medioevo.
I giovani moderni, pur sentendo forte il desiderio di maternità e paternità, antepongono alla possibilità di creare una famiglia il raggiungimento di una situazione di stabilità economica. Le nuove generazioni sono aperte nei riguardi delle nuove forme di unioni, quali la convivenza, anche se alcuni di loro mostrano di non voler rinunciare al matrimonio. Forte apertura anche nei riguardi della formazione delle unioni gay, sebbene qualcuno si mostra tuttavia dubbioso sulla possibilità che essi possano adottare dei bambini. Più che vuoti e senza valori questi giovani denotano un discreto grado di responsabilità e praticità. Mostrano di guardare al loro tempo, e a quel che il loro tempo promette. Un importante riconoscimento all'autrice che, attraverso la propria ricerca, è riuscita a fornire un tassello nuovo alla concezione dello status giovanile inteso in termini di "femminile e maschile", creando un continuum di esperienze tra i giovani delle diverse generazioni.
"Sentimenti in gioco" nasce da un' analisi sociologica della autrice rivolta ad un campione di 32 studenti, provenienti da facoltà universitarie e istituti superiori di Roma, Napoli e Salerno. Lo strumento utilizzato per la ricerca è l'intervista in profondità, strumento che non solo riesce a scavare profondamente nell'identità del giovane, ma a creare una ponte tra intervistato e intervistatore. Al centro della discussione i rapporti amorosi e le relazioni interpersonali tra giovani studenti di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Emozioni, cuore, famiglia, paternità, e poi lavoro, bisogno di indipendenza. Queste le varie tematiche affrontate nel volume, anche se poi a regnare in maniera indiscussa tra le pagine del libro è la rete dei sentimenti. I protagonisti di questo volume sono ragazzi nati negli anni 90, età in piena evoluzione tanto informatica quanto dei sentimenti. Sono abituati al benessere e ad una realtà in cui l'informazione viaggia veloce. Una generazione di giovani etichettati spesso come "vuoti e senza valore". Ma cos'è che non sappiamo di loro? Attraverso le risposte, inerenti a specifiche tematiche trattate, possiamo tracciare un identikit del giovane moderno. Dalle interviste è emerso che i giovani intendono l'Amore come una sorta di comunicazione in cui sono fondamentali la sincerità, la comunicazione e la condivisione. Comunicazione dunque anche dal punto di vista sessuale: il rapporto sessuale è, quindi, una forma di comunicazione in cui a comunicare sono i corpi. Tale concetto è condiviso quasi da tutti gli intervistati, senza distinzioni di sesso o di età. Sulla delicata questione della "violenza sessuale", si registra invece una controtendenza. Vi è una differenza netta tra le risposte dei ragazzi e delle ragazze. Se per quest'ultime la violenze nasce sempre da una mancanza di rispetto degli uomini nei confronti delle donne, per i ragazzi (come leggiamo dal racconto di Salvatore, 18 anni del liceo scientifico di Salerno) è "la donna, spesso, a provocare l'uomo". Ancora in seno ad una concezione maschilista, ci rendiamo conto che non solo un'evoluzione in ciò non si è verificata, ma ci sembra di esser stati catapultati improvvisamente nel Medioevo.
I giovani moderni, pur sentendo forte il desiderio di maternità e paternità, antepongono alla possibilità di creare una famiglia il raggiungimento di una situazione di stabilità economica. Le nuove generazioni sono aperte nei riguardi delle nuove forme di unioni, quali la convivenza, anche se alcuni di loro mostrano di non voler rinunciare al matrimonio. Forte apertura anche nei riguardi della formazione delle unioni gay, sebbene qualcuno si mostra tuttavia dubbioso sulla possibilità che essi possano adottare dei bambini. Più che vuoti e senza valori questi giovani denotano un discreto grado di responsabilità e praticità. Mostrano di guardare al loro tempo, e a quel che il loro tempo promette. Un importante riconoscimento all'autrice che, attraverso la propria ricerca, è riuscita a fornire un tassello nuovo alla concezione dello status giovanile inteso in termini di "femminile e maschile", creando un continuum di esperienze tra i giovani delle diverse generazioni.