Pellezzano. Durante la festività di Santo Stefano, il personale in servizio presso il Nucleo di Protezione Civile di Pellezzano ha riscontrato la presenza di numerosi pesci morti nelle acque dei laghetti della parte alta del Parco Urbano dell'Irno, in località Acquamela di Baronissi. Il fortissimo odore nauseabondo, di chiara origine fognaria, ha immediatamente fatto pensare ad un possibile scarico più a monte. Successivamente è stato infatti accertato lo sversamento proprio all'altezza del ponte di Acquamela. Alla presenza del personale della Protezione Civile e degli agenti della Guardia Forestale, precedentemente allertati dai responsabili del Parco, alcuni dipendenti della SIIS si sono messi in azione per porre fine allo sversamento di reflui civili, che continuava a defluire direttamente nel fiume Irno. A giudicare dagli effetti sull'ecosistema - pesci morti e cattivo odore, oltre a una spessa coltre di materiale mucillaginoso dovuto all'azione batterica sulla sostanza organica riversata in acqua - il fenomeno durava da almeno due giorni. I risultati, in ogni caso, sono stati disastrosi, senza precedenti per il territorio in termini ecologici: verso sera erano migliaia di pesci morti o moribondi accalcati lungo le sponde del lago. Alcuni hanno cercato la salvezza radunandosi sotto le poche sorgenti di acqua pura presenti. La maggior parte si è lasciata trasportare dalla corrente ed è morta arenandosi nell'acqua bassa. Tutto ciò, inoltre, rischia di aver compromesso irrimediabilmente il Progetto Macrostigma, ovvero il progetto di reintroduzione della trota di ceppo mediterraneo, fortemente voluto dall'Ente Parco e da altre associazioni, come la FIPSAS di Salerno, iniziato nel 2010 e tuttora in corso; per non parlare del Progetto di reintroduzione della Tinca, avviato proprio alcuni mesi fa. Da circa 3 anni, infatti, il Parco dell'Irno e la FIPSAS sono impegnati nella riqualificazione della comunità ittica dell'Irno, con notevoli investimenti economici e utilizzo di risorse umane. Solo tra qualche settimana si potrà materialmente quantificare il danno avuto e rilevare gli effetti sulla comunità ittica del restante tratto del fiume Irno.
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