
Il presidente tiranno

Un approccio, quindi, interattivo, atto a garantire il consenso e l’attuabilità delle azioni, come accordo volontario fra soggetti pubblici e privati, volto a definire obiettivi, strategie d’intervento, azioni da attivare e responsabilità . Un metodo efficace per ricostruire quella “filiera dei doveri†in cui ognuno è chiamato ad esercitare le proprie funzioni e le proprie prerogative eliminando le frammentazioni delle competenze e le lungaggini burocraticheâ€.
I fiumi e i loro bacini idrografici sono sistemi naturali complessi intorno ai quali si sviluppano molteplici interessi, anche contrastanti, quali la sicurezza idraulica, il dissesto idrogeologico, la conservazione della natura, ma anche l’approvvigionamento idrico, la valorizzazione fruitiva, gli usi economico-produttivi, lo sviluppo turistico. Per tale motivo, in linea con gli indirizzi della normativa vigente, per le finalità di tutela e di complessiva “riqualificazione fluvialeâ€, occorre perseguire i diversi obiettivi, facendoli convivere nel migliore dei modi, alla ricerca di un equilibrio tra le esigenze di manutenzione, valorizzazione, ricreazione o creazione di valenze ambientali, per l’ottenimento di condizioni di naturalità totale, ove possibile e fattibile, e la consapevolezza di doversi, molte volte, accontentare di introdurre solo il “massimo di ambiente†possibile, compatibilmente con il contesto territoriale e tenuto conto che lo sviluppo socio-economico resta l’obiettivo trainante.
“Per raggiungere tali obiettivi – prosegue Giovanni Romano - con la Direttiva CE/2000/60, è stato sancito l’obiettivo generale di proteggere, migliorare e ripristinare la qualità di tutte le acque superficiali interne, delle acque di transizione, delle acque costiere e sotterranee, definendo lo stato di â€buono†come obiettivo di salute dei corsi d’acqua da raggiungere entro il 2015. Tale Direttiva, anticipata in Italia dal D.lgs 152/1999, formalmente recepita dal Decreto Legislativo 152/2006, prevede “la partecipazione attiva di tutte le parti interessate all’attuazione dei Piani di Gestione dei bacini idrografici†ed il Forum Mondiale dell’Acqua del 2000, ha prodotto, quale documento finale, un atto che individua nei “Contratti di Fiume†gli strumenti che permettono di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale, intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un “bacino fluvialeâ€.
In tale direzione, quindi, la delibera della Giunta Provinciale che ha individuato nel Contratto di Fiume lo strumento di reale sviluppo “dell’insieme integrato e sinergico di azioni, di tipo anche molto diverso (dal giuridico-amministrativo-finanziario, allo strutturale), volte a portare un corso d’acqua, con il territorio ad esso più strettamente connesso (“sistema fluvialeâ€), in termini di funzionalità ecologica e assetto idrogeologico, in uno stato più naturale possibile, così da costituire, per le sue caratteristiche funzioni ecosistemiche (geomorfologiche, fisico-chimiche e biologiche) ed il maggior valore ambientale, l’unica possibilità di soddisfare, contemporaneamente, le finalità di tutela e di complessiva riqualificazione del fiume (sicurezza idraulica, dissesto idrogeologica, conservazione della natura) con le esigenze di carattere socio economico del territorio, quali la valorizzazione turistica-ricreativa, il benessere della comunità , la razionalizzazione dei consumi idrici per le attività rilevanti e per lo sviluppo locale.