
Salerno. Partendo dallo scontro verbale avvenuto tra il sindaco di Baronissi e quello di Fisciano sul Piano di Zona S2, nello studio di "Salerno Parla", trasmissione di approfondimento di LiraTv, ieri si è parlato della situazione di grave disagio in cui versano tutti gli istituti e le case famiglie che si occupano dei minori, dei disabili, degli anziani e dei disagiati. I responsabili di queste istituzioni hanno chiesto delle risposte alle personalità politiche. Per discutere dell'argomento sono stati invitati in studio, il Sindaco e Assessore Provinciale del Comune di Giffoni Valle Piana, Paolo Russomando; il Consigliere Regionale per il PDL, Eva Longo; il Coordinatore Regionale dell'ASPAT (Associazione Sanità Privata Accreditata Territoriale) e infine Monica Romei, psicologa. Queste personalità politiche si sono confrontate con alcuni responsabili delle case famiglia, cercando di trovare delle risposte alle loro domande. Si parte con il Sindaco Russomando che accusa la Regione Campania di ritardi di circa un anno e mezzo nel trasferimento dei fondi per il Piano di Zona, e quindi di conseguenza anche i Comuni hanno delle difficoltà ad essere puntuali nei pagamenti delle rette. Carlo Noviello, Responsabile dell' associazione Il villaggio di Esteban, sostiene che " i ritardi e i mancati pagamenti ci sono sempre stati e oggi con la crisi il problema viene portato alla ribalta. Il rischio è quello di chiudere le numerose strutture che si occupano di tutte quelle persone che vivono dei disagi nella loro vita. Bisogna capire se per la politica, le assistenze sociali sono importanti e in che misura". A Noviello ha risposto il Consigliere Eva Longo, dicendo che "il settore del sociale è indispensabile. La Regione Campania vive un momento di flusso di cassa pressochè inesistente, perché sono stati tagliati i fondi dallo Stato. Si è passati dai 229 milioni di euro erogati nel 2008, ai 44 milioni di euro erogati oggi per il settore del sociale. Ecco perché la Regione non eroga ai Comuni i soldi di prima per il sociale, con una conseguente sofferenza per tutto il settore. Per risolvere il problema, si ricorrerà alla modifica della legge regionale n. 11, proponendo al Presidente Caldoro immediate soluzioni economiche per garantire i servizi essenziali". La domanda che tutti gli operatori del settore si fanno è dove andranno a finire questi disagiati se dovessero chiudere queste strutture? Per evitare la chiusura, secondo Paolo Russomando "Tutte le istituzioni dovrebbero capire l'importanza di questi servizi. Io, insieme agli altri sindaci appartenenti a questo Piano di Zona, proporrò un coordinamento istituzionale per fare una proposta oggettiva. Sospenderemo il Piano di Zona e trasferiremo direttamente i fondi alle strutture se entro 7 giorni non verranno sbloccate le risorse. Chiederò, inoltre, che a questo tavolo possano partecipare anche i responsabili di queste strutture". Al dibattito è intervenuto telefonicamente il Presidente dell'ANFFAS, Salvatore Parisi: "Dopo l'incontro con le parti sociali, avvenuto a Napoli oggi, se entro il 16 novembre questa situazione non si sbloccherà, chiuderanno tutti i centri. Non si tratta di una minaccia, ma di uno stato evidente e palese di crisi non più sostenibile. Questo comporterebbe anche numerosi licenziamenti, circa 3 mila, ecco perché chiediamo la collaborazione della Regione e di tutti i Comuni per evitare il collasso". Nella speranza che tutte le persone accolte da questi centri non vengano abbandonate e che le richieste avanzate dai responsabili dei centri trovino una risposta chiara, precisa e concreta da parte della Regione Campania. Decreti ingiuntivi sono stati fatti verso quei Comuni accusati di essere morosi, con conseguente sospensione dei servizi sociali.