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Sanità, Sindaci contro Squillante: la riorganizzazione non piace

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Category: Sanità
Salerno. Giocare su equilibri delicati, fare i conti con casse prosciugate dopo anni e anni di sprechi e cattiva gestione delle risorse. La coperta ormai è corta e tutti ne rivendicano un pezzo: questa è la situazione della Sanità salernitana. Il manager Squillante, chiamato a risollevare le sorti delle aziende sanitarie endemicamente in crisi del territorio, sta operando una razionalizzazione dei servizi che proprio non piace a diversi Primi cittadini, che stanno intralciando un lavoro di per sé difficile. Ognuno, giustamente, propende per la propria realtà, che desidera dotata di tutte le infrastrutture atte a garantire la salute dei propri concittadini: il programma di Squillante, invece, vira in tutt'altra direzione. Maggiore specializzazione, suddivisione in poli ed accorpamenti, che inevitabilmente causano malumore: perché spostarsi altrove quando prima si poteva ricevere il servizio comodamente a casa? I primi ad insorgere sono stati qualche settimana fa i cittadini di Eboli, che hanno visto chiudere il reparto di Ginecologia e Ostetricia, trasferito a Battipaglia: al suo posto un polo rinnovato di emodinamica, con un giovane primario di soli 32 anni. La novità non ha però sortito gli effetti sperati: il calo delle prestazioni ospedaliere si è avvertito, complice - secondo il Direttore Sanitario del nosocomio - una serie di "falsi allarmismi". Al coro di proteste ebolitane si è unito, qualche settimana fa, quello dei Sindaci della Valle dell'Irno, che intendono preservare le sorti dell'Ospedale "Fucito" di Mercato San Severino. I Sindaci di Fisciano, Baronissi, Bracigliano, Calvanico e Siano (rispettivamente Tommaso Amabile, Gianfranco Valiante, Antonio Rescigno, Franco Gismondi e Sabatino Tenore) hanno chiesto un incontro al Presidente Caldoro per capire quali risorse verranno assegnate al nosocomio e quali reparti sarà possibile confermare. La maggiore preoccupazione sembra quella relativa al trasferimento all'ospedale di Cava dei reparti di Ginecologia, Ostetricia e Angiologia, che costringerebbe la popolazione irnina - tra cui va considerata quella universitaria, comprensiva di studenti e personale amministrativo, che fa riferimento al Fucito - a recarsi al Ruggi D'Aragona di Salerno, più agevolmente raggiungibile. Il piano aziendale di Squillante prevede la trasformazione del polo di Curteri in un centro di eccellenza per il "giovane adulto": pertanto al suo interno ci saranno spazi dedicati alle patologie dell'atleta, oculistica, urologia, chirurgia bariatrica, cardiologia, immunologia e reumatologia, dialisi e pronto soccorso. Il numero di posti scenderà dagli attuali ventisei a quindici. Voci di ridimensionamento correvano anche sull'ospedale Santa Maria dell'Olmo di Cava, ma - a quanto sembra - tali voci sono state prontamente smentite dal Commissario cittadino di Forza Italia Gigi Casciello, che con una nota stampa, ha dichiarato che Cava è una delle poche realtà che non verrà toccata dalla scure dei tagli. Il piano, deciso i primi del mese di Agosto, prevede tuttavia soltanto novantasette posti letto da suddividere in numerosi reparti tra cui Pronto Soccorso, Rianimazione, Chirurgia generale, Senologia, Endocrinochirurgia, Chirurgia plastica ricostruttiva, Radiologia generale, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria, Medicina Generale, ortopedia, Cardiologia, Dermatologia e Laboratorio di Analisi. La Provincia salernitana paga lo scotto di una situazione debitoria regionale accumulata circa cinque anni fa e pari circa a otto miliardi di euro, a cui va assommato il debito accumulato nei venticinque anni precedenti: la criticità dell'evento ha imposto il commissariamento da parte del governo centrale ed una politica di tagli che ha coinvolto tutte le aziende sanitarie locali. Il manager Squillante, in un convegno tenutosi ad Eboli la settimana scorsa ed intitolato appunto "Sanità in Campania: esiste un caso Salerno?" ha dichiarato, in presenza dell'ex Presidente della Giunta Regionale Antonio Bassolino, a fronte di chi lo accusava di una gestione molto prosaica, fatta di numeri e non di persone, di essere riuscito nella missione di "far quadrare i conti". Del resto "senza risorse - ha chiosato il manager - non è possibile raggiungere risultati".
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