
Salerno. Con l'arrivo della bella stagione tornano i problemi riguardanti lo stato delle acque marine. Numerose sono le lamentele da parte dei cittadini: mare sporco, inquinato, spiagge poco pulite. Nell'ultimo appuntamento stagionale della trasmissione "Salerno Parla" è stata dedicata particolare attenzione all'erosione delle coste, al ciclo di depurazione delle acque, alle attività imprenditoriali del settore e i costi per gli utenti. Ospiti sono stati: Gerardo Calabrese, Assessore all'Ambiente per il Comune di Salerno; Lello Sepe, dell'Unione Nazionale Consumatori; Valerio Calabrese, esponente di Legambiente Campania e Antonio Civale, Presidente Sindacato Italiano Balneatori. La prima domanda d'obbligo è stata: come siamo arrivati alla stagione estiva 2013? A rispondere il Presidente Civale: "A questa stagione estiva ci siamo arrivati con forte incertezza, sia a causa delle istituzioni, sia per quanto riguarda la disorganizzazione e la forte burocratizzazione che esiste nel nostro settore. La settimana scorsa abbiamo concordato con gli operatori della Costa d'Amalfi, il distretto turistico Costa d'Amalfi, approvato dalla Regione Campania. In questo modo dovremmo ridurre gli iter burocratici". "Una corretta informazione e un approccio sistemico è quello che manca in questo settore - ha detto l'esponente di Legambiente Calabrese - Abbiamo situazioni in cui per creare i servizi per disabili ci vogliono molte autorizzazioni e altre come nel caso della distruzione della macchia mediterranea in cui ce ne vogliono zero". In collegamento in esterna un'operatrice che da tanti anni lavora nel settore, la proprietaria dello stabilimento balneare "L'arcobalenò", Annabella Iavarone: "C'è bisogno di ampliare la cultura balneare, sia da parte dei balneatori che degli utenti. La globalizzazione ha cambiato il modo di stare sulla spiaggia, ecco perché qualunque tipo di offerta di prodotto deve essere in linea con i tempi che viviamo. Noi puntiamo a ritrovare il salotto aperto della città - ha detto la Iavarone - Venire a mare da noi significa accompagnare i nostri clienti fino alla battigia e il nostro sforzo è quello di rispondere alle domande degli utenti". "Siamo una città che ha aspirazioni europee - ha sostenuto Sepe - Dobbiamo migliorare la qualità dei nostri servizi discutendo con i consumatori. Le famiglie hanno imparato ad adattarsi alla crisi, ma sono comunque ancorati al lido. Chi gestisce un lido non può garantire la trasparenza delle acque". Ma come sono le condizioni delle nostre acque? L'Assessore Calabrese ha sostenuto: "Il problema principale è che il mare è una latrina, perché molti Comuni che si affacciano sul Golfo di Salerno non hanno depuratori adeguati e quindi tutti i reflui fognari vanno a finire in mare. Nonostante questo Salerno ha tutto il litorale balneabile tranne il tratto a 200 metri ad est del fiume Irno". "Secondo i dati Arpac 2011 su 74 controlli nella provincia di Salerno, ben il 57% dei depuratori non risulta in regola e ben funzionante - ha tenuto a precisare Valerio Calabrese - anche a causa di più enti che a vario livello gestiscono il processo di depurazione". "Ci deve essere una forte volontà politica e ci deve essere alle spalle un grande lavoro ma non solo d'estate, ma durante tutto l'anno per cercare di risolvere questi problemi - ha sottolineato Iavarone - Il mare è una risorsa che il Sud ha di diritto, le città che si affacciano sul mare devono poter vivere economicamente in unione con tale risorsa". Ma la domanda che ci si pone di frequente è: di chi è la colpa? "I Comuni hanno responsabilità quando non hanno reti fognarie adeguate. Il Comune di Salerno ha investito in queste reti, cosa che forse non hanno fatto altri Comuni - ha precisato l'Assessore Calabrese - Abbiamo realizzato 22 km di nuova rete fognaria e 12 km sono stati risistemati. Abbiamo però un problema che stiamo cercando di risolvere, quello dei sistemi cosiddetti "troppo pieno", cioè: quando sono stati intubati dei torrenti, sono confluiti in un'unica condotta che raccoglie acque nere e acque bianche. Quando ci sono forti precipitazioni, si usa il troppo pieno per far defluire l'acqua. E' logico che quando abbiamo insieme acque nere e bianche va a finire tutto insieme a mare. Questo però è un tipo di inquinamento momentaneo - ha precisato Calabrese - Noi abbiamo già un progetto che prevede di intervenire in questo tratto salernitano. Anche se questo progetto dovesse essere realizzato, il problema della trasparenza delle acque non si risolve fin quando gli altri Comuni continuano a scaricare". "Noi in costiera abbiamo delle condotte sottomarine che versano i reflui direttamente nelle acque marine - ha detto Civale - Basterebbe manutentare questi impianti per ridurre l'inquinamento del 70%. Questi scarichi fanno si che la flora marina cresca in modo esponenziale e con l'aumento della temperature delle acque, muore e dà quel colore non limpido al mare e la sensazione che sia oleoso, ma è un inquinamento solo ed esclusivamente visivo". Intervistato il Capitano Michele Petrone, Comandante della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Salerno: "La Guardia di Finanza è impegnata tutti i giorni in attività di controlli finalizzati a verificare la regolarità sotto vari aspetti, anche quello dell'abusivismo. Quando parlo di abusivismo, mi riferisco sia ad aspetti di regolarità e conformità di norme urbanistiche, sia all'uso di aree demaniale. I lidi sono strutture a carattere stagionale e come tali devono essere montati e smontati ogni anno, ma non sempre questo si verifica. Infatti capita anche di trovare delle strutture fatiscenti che mettono a rischio l'incolumità degli utenti. I dati per questi primi mesi dell'anno mettono in evidenza che l'abusivismo è un fenomeno in crescita - ha continuato Petrone - perché una costruzione abusiva costa molto meno di una fatta a norma di legge. Difficilmente si riesce ad arrivare all'abbattimento di queste costruzioni". In conclusione è stato analizzato il "caso Paestum": Legambiente Campania ha denunciato lavori di sbancamento sul litorale di Paestum eseguiti in area dunale vincolata e sottoposta a tutela. Sono stati tagliati numerosi alberi ancora in vita per far spazio a parcheggi auto, l'idea originaria era diversa, prevedeva infatti solo una pulizia dell'area non un deturpamento. "Questi lavori sono stati fatti, pare senza nessuna autorizzazione - ha sostenuto Calabrese di Legambiente - Ecco perché è stato aperto un fascicolo da parte della Procura, anche perché si tratta di un'area protetta. Non è in linea con le cose che Legambiente difende. Noi infatti abbiamo anche un'area protetta nella stessa zona, composta da una pineta, una duna e il mare. E' un'area ad accesso libero e gratuito, tenuta pulita dai nostri volontari. Vorremmo però che quest'area fosse sempre più tutelata, perché spesso è soggetta a deturpazioni che poi dobbiamo sistemare noi". "Spero in interventi sulle reti fognarie e sui depuratori da parte di tutti i Comuni - ha concluso l'Assessore all'Ambiente - Solo facendo questo si può migliorare la qualità delle acque, anche se maggiori controlli sarebbero graditi".