Salerno. Nuovi sviluppi nel processo che vede imputato Monsignor Nunzio Scarano. L'avvocato difensore Silverio Sica ha fatto sapere che sta preparando una richiesta di legittima suspicione per spostare il processo altrove, dato che a Salerno ci sono numerose pressioni ambientali nei confronti del suo assistito. I motivi del contendere riguardano il risalto mediatico che viene dato alla vicenda e al reato di riciclaggio, che a Roma è stato ritenuto inesistente, ma anche ai numerosi ed eccessivi controlli, effettuati in diverse ore della giorno e della notte, nell'abitazione di Scarano, che da mesi ormai vive solo in casa ed è psicologicamente provato. Il pm Guarino, già nella scorsa udienza, aveva rispedito al mittente queste accuse, ritenendo Scarano un soggetto molto pericoloso, capace di pressioni psicologiche sui coimputati e ha inoltre sottolineato che l'uomo gode di agevolazioni rispetto ad altri detenuti (egli infatti fruisce di un permesso di 3 ore giornaliere per motivi di salute). Scarano ha scritto intanto una lettera al magistrato chiedendo di poter raccontare la sua versione dei fatti, riferendosi in particolar modo ad un furto subìto in casa nel Gennaio del 2013, furto di cui ritiene responsabile l'ex amico ed imprenditore romano Massimiliano Marcianò. Lo stesso è stato da poco cancellato dal registro degli indagati per aver provato di essere estraneo alla vicenda: Scarano lo accusa di aver rubato le chiavi della sua macchina, chiavi che poi sarebbero state consegnate a due criminali. Gli inquirenti sono però scettici rispetto a questa versione poiché il prelato non ha immediatamente segnalato la scomparsa di queste fantomatiche chiavi.