Salerno. Due milioni di copie vendute nel mondo: basterebbe questa cifra per comprendere il successo straordinario di un autore come Valerio Massimo Manfredi, archeologo, scrittore, sceneggiatore, conduttore televisivo che ieri sera è intervenuto a "Salerno Letteratura", il festival culturale che sta animando il centro storico della città in questa settimana. Una chiacchierata informale con il professore di Etruscologia e Archeologia Italica Luca Cerchiai, uno dei docenti dell'Università degli Studi di Salerno, ha permesso ai presenti di conoscere Manfredi sotto un altro aspetto, quello umano. Forte della sua ultima fatica letteraria, "Le inchieste del colonnello Reggiani", l'autore ha spiegato innanzitutto come è nato il volume: "Gli agenti di cui parlo nel mio libro hanno molto in comune con gli uomini della Guardia di Finanza che operano nel nostro Paese; ogni racconto è vero e la raccolta, in realtà, mi fu commissionata tempo addietro. Molti anni fa il Nucleo dei Carabinieri che si occupa di furti d'arte intendeva realizzare una mostra relativa ai tesori recuperati così scelse di selezionare cinque opere emblematiche e mi fu chiesto di realizzare dei racconti gialli. Lo scorso anno - ha proseguito Manfredi - un colonnello, in occasione del 200 ° anniversario dell'Arma, mi contattò per partecipare ad un progetto che celebrasse questa ricorrenza e, successivamente, questi racconti sono stati pubblicati da Einaudi". Al professore Cerchiai, che si è favorevolmente stupito di come i romanzi di Manfredi fossero aderenti alla realtà, cosa che non sempre avviene, lo scrittore ha detto: "Partendo dal presupposto che per le pubblicazioni scientifiche va fatto un discorso a parte, ritengo che il romanzo debba dare emozioni ma, al tempo stesso, essere realistico". De "L'ultima legione", bestseller del 2002 di Manfredi, esiste anche una trasposizione cinematografica e l'autore ha raccontato di come la pellicola prese vita: "Quando il regista Doug Lefler mi propose Colin Firth come protagonista la mia risposta fu titubante ma poi dovetti arrendermi perché la sua presenza avrebbe garantito il successo del film. Quando si realizza un film ispirato ad un libro spesso accade che gli spettatori rimangano delusi perché le loro aspettative erano ben altre ma bisogna comprendere che il regista non può raccontare nel dettaglio ogni pagina del romanzo, deve necessariamente apportare delle modifiche. Lo stesso sceneggiatore - ha sottolineato Manfredi - non ha né il tempo né lo spazio per delineare tutti i personaggi". Il fascino dell'archeologia è indiscusso e Manfredi ha anche parlato della sua esperienza lavorativa in questo ambito: "Quando insieme ai miei studenti dell'Università "Cattolica" effettuavo scavi archeologici mi è capitato spesso di trovarmi di fronte a resti di bambini e, lo ammetto, l'emozione in quei momenti è stata forte. Va però ricordato che l'archeologia è scoperta allo stato puro e la storia è il tentativo dell'umanità di costruire una memoria comune, un cantiere che lavora 24 ore su 24. Nella narrativa, invece, si può scrivere ciò che si vuole. Senza l'Odissea, ad esempio, saremmo infinitamente più poveri perché Omero ha creato un personaggio di cui non possiamo fare più a meno ma, al tempo stesso, siamo consapevoli che esseri mitologici come le Sirene non sono mai esistiti. Ogni racconto deve avere una sua ambientazione e necessita di una sua fedeltà per questo lo scrittore deve creare un piccolo universo dove tutto funziona. La nostra mente è molto più grande della nostra vita e, grazie alla letteratura, possiamo vivere tutte le vite che desideriamo". Al termine di questo appassionante incontro, è stato chiesto a Manfredi cosa ne pensasse dello scempio che si sta verificando in Medio Oriente. La dura risposta dell'autore non ha lasciato spazio ai dubbi: "Ho avuto il privilegio di visitare Palmira quando era ancora vergine e la sua distruzione mi ferisce nel profondo. Anche se è brutto a dirsi, ritengo che coloro che stanno perpetrando questi atti vadano colpiti con le legnate, temo capiscano solo quelle! E' inaccettabile assistere a questa rovina senza che vengano presi seri provvedimenti".
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