Salerno. Guidato forse dagli spiriti magni di Ben Jonson, Jonathan Swift e Voltaire, Howard Jacobson ha inventato per il suo ultimo romanzo "Pussy", non ancora pubblicato in italiano, un protagonista che si chiama Fracassus, è famoso per I suoi grattacieli e casinò dagli atri d'oro, ha trascorso l'infanzia guardando reality show in televisione e immagina se stesso come la reincarnazione dell'imperatore Nerone. E' un tipo indolente, vanitoso, egoista; ha modi bruschi, non ha curiosità, non sa nulla, non ha idee né parole per eventualmente esprimerle. E forse per questi motivi è proprio l'uomo giusto per far tornare grande il suo paese. E già: perché, come confermano le belle illustrazioni di Chris Riddell che impreziosiscono il libro, il principe Fracassus è fisicamente e psicologicamente tale e quale a Donald Trump: le mani piccole, la pettinatura a sbalzo, una predilezione per il "junk food", un vocabolario ristretto alle necessità di Twitter e molta misoginia, celebrata del resto fin dal titolo, che indica la parte del loro corpo dalla quale le donne, secondo il presidente, preferirebbero essere afferrate dalle celebrità. Per la sua vena comica mirabilmente applicata a temi come il sesso, la letteratura e l'antisemitismo, Howard Jacobson è stato definito "il Philip Roth inglese", anche se preferisce essere chiamato "la Jane Austen ebrea". Romanziere tra i più notevoli del panorama britannico e intellettuale presente nel dibattito pubblico con il suo lavoro di columnist per importanti quotidiani, nel 2010 ha vinto il Man Booker Prize. "Pussy" l'ha scritto alla fine dell'anno scorso, di furia: per spiegarsi il perché della vittoria di Trump e, come ha aggiunto, per concedersi almeno "la consolazione di una satira feroce". All'incontro, in programma lunedì 12 Giugno alle 21 al Teatro Augusteo, partecipano Stefano De Matteis e Francesco Durante. In collaborazione con Un'altra galassia.
Il presidente tiranno

Donald Trump sta sfidando le peggiori categorie più consolidate della politica tradizionale,
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