"Io la vedo l'attesa, non capisco cos'è, troppe volte assaggiata. Ho segnato il 12 Giugno. Mi dicono che sono vecchio: poco importa non essere un giocatore di movimento. Sono Faryd Mondragòn, non ho un appuntamento qualsiasi, come del resto ogni volta che ci si presenti al cospetto della storia: avrò 43 anni il prossimo 21 Giugno, a cavallo tra le prime due gare nel girone della mia Colombia, ed il record di longevità del Leone d'Africa Roger Milla nel mirino". Una storia, quella con la Seleccìon dei Cafeteros, cominciata nel lontano 1993, e con il Mondiale negli States subito l'anno successivo, la drammatica eliminazione nel girone eliminatorio, l'autorete maledetta di Andrès Escobar contro gli Usa, quello stesso compagno crivellato dal piombo al ritorno a Medellìn, costretto a soli 27 anni all'esilio silente, fin troppo prematuro della morte. Non è il calcio, bellezza, perché il calcio è il ritorno al Mundial francese del '98, il fardello di rivalsa infinito e gravoso, è la sconfitta con Romania (ancora loro!) ed Inghilterra, il sapore amaro della piazza di legno. Per Faryd è il gusto della ribalta da numero 1 con il 12 sulle spalle, lo schiaffo all'amico rivale Oscar Cordoba, spedito in panchina e protagonista con lui, qualche anno più tardi, della spedizione oltreoceano in Turchia, la Reconquista reversibile con la maglia di club. E poco importa se Faryd indossi la 1 del Gala ed Oscar difenda i pali dell'odiata Besiktas: c'è posto solo per uno al Topkapi, solo uno comanderà il Bosforo. "La Colombia è lontana, non c'è più Maturana, non c'è spazio per me: ora sverno a Colonia, mi abbandona anche Oscar, lascia a terra i guantoni. Non è tempo per me, torno anche io a casa, dopo i Philadelphia Union". Ma no, forse è il tempo quel galantuomo che gli concede l'ultima possibilità: ha abiti e voce di un argentino, José Pekerman. "La ribalta, il Brasile, due passi da casa poi: non sarò il primo, davanti a me uno che ricorda me, David Ospina. Dopo tutto, non sarò l'unico grande vecchio al passo della storia: e Thomas N'Kono, e Jimmy Leighton, e Jacques Songo'o. Me li ricordo, di fronte in un'arena, sotto il rettangolo verde. Non giocherò, ce la farò, poi saluterò. Sono Faryd Mondragòn".
Il presidente tiranno
Donald Trump sta sfidando le peggiori categorie più consolidate della politica tradizionale,
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