Spunta l'ipotesi della frode fiscale nell'inchiesta della procura della Repubblica di Vallo della Lucania che per ora vede indagati il presidente del club, Antonio Lombardi e l'amministratore unico, Francesco Rispoli. Sono accusati di calunnia, perchè, secondo l'accusa del pm Greco, incolparono due calciatori, Mariano Stendardo e Francesco Caputo, di ricettazione di assegni che lo avevano denunciato come smarriti. E che, invece, erano stati consegnati ai due dello stesso Lombardi e dall'ex direttore generale Gugliemo Acri. Gli inquirenti ora stanno mettendo insieme tutte le carte sequestrate nella sede della Salernitana, dopo il blitz di lunedì mattina. Tra i documenti non ci sono solo i contratti dei due calciatori, Stendardo e Caputo ma anche un'altra serie di contratti federali stipulati per altri calciatori granata. L'attenzione nelle ultime ore si posa sulle dichiarazioni che Enrico Fedele rese al pm di Vallo. Furono le dichiarazioni che smentirono Antonio Lombardi. «Non ho mai visto, compilato e rilasciato i due assegni. Disconosco la firma ai due titoli » disse Lombardi. «Quei due assegni mi furono dati direttamente dal presidente all'Atahotel Quark di Milano » raccontò Enrico Fedele al quale si aggiunsero i funzionari dell'Unicredit di Salerno con la verifica sui conti correnti in rosso. «L'ingaggio totale per i due calciatori - disse Enrico Fedele - fu definito per 250mila euro cadauno, mentre sui contratti federali erano state indicate somme notevolmente inferiori e cioè: 110mila euro per Caputo e 120mila euro per Stendardo ». La verifica del pm è ora tutta su queste carte, ossia verificare se quel "nero" palesemente denunciato rientri nei limiti penali previsti dalla legge.
Il presidente tiranno

Donald Trump sta sfidando le peggiori categorie più consolidate della politica tradizionale,
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