
Roma. Vince la Spagna ma l'Italia c'è e soprattutto ci vorrà essere da protagonista ai prossimi Europei in Polonia. E' il succo della fresca serata capitolina che ha visto 12.000 spettatori, di cui buona parte formata da scuole calcio del territorio che hanno intonato cori per i propri giovani idoli (tra i più acclamati l'ex laziale Cataldi), assister al successo della selezione Under 21 delle furie rosse su quella azzurra di Gigi Di Biagio (foto Getty Images). Gli spagnoli si accendono ad intermittenza ma quando lo fanno sono dolori: la più fervida testimonianza arriva dalle azioni che portano alle reti di Saul Niguez e Borja Mayoral. Basta scorrere le distinte delle due formazioni per farsi un'idea più chiara: l'esperienza a livello (inter)continentale degli azzurrini non regge il confronto con quella iberica dove ci si stropicciano gli occhi a leggere i nomi dei vari Bellerin, Denis Suarez, Asensio, Williams e gli stessi Saul e Borja, già punti di riferimento di Arsenal, Barcellona, Real Madrid, Athletic Club, Atletico Madrid e Wolsfburg. Emblematiche a tal proposito le dichiarazioni di Di Biagio al termine del confronto: "Sono stato obbligato ad alcuni cambi nonostante il buon rendimento. Mandragora, ad esempio, stava disputando un buon match ma non gioca da un anno (con la parziale scusante dell'infortunio, ndr) e avrei rischiato di causargli problemi fisici. Aver retto in queste condizioni contro un avversaro di rango elevatissimo ci lascia fiduciosi in vista dell'Europeo". Ma, al di là dell'annosa questione di vivai, competitività, squadre B e compagnia cantante che comprimono l'esplosione e la maturazione dei nostri talenti in favore di export non di prima qualità ed un'età medià arcaica, un barlume di luce e speranza lo si intravede grazie all'abnegazione di quelle società che hanno impostato il loro modus operandi sulle nuove leve da crescere in casa e al nuovo imprinting dato a tutte le rappresentative Nazionali con conseguenti riflessi positivi sul campionato tricolore, basti vedere la fiducia conquistata e ripagata da Federico Chiesa alla Fiorentina e Manuel Locatelli al Milan, la continuità acquisita da Lorenzo Pellegrini al Sassuolo. E dietro di loro e con loro una nidiata di talenti in rampa di lancio per valicare il confine azzurro. A tal proposito abbiamo raccolto le dichiarazioni di Chiesa e Locatelli: "Sono lusingato dai continui attestati di stima espressi nei miei confronti - spiega il figlio d'arte in maglia viola - Ma non mi illudo ne monto la testa, la mia ricetta è il lavoro. Resto concentrato sul presente, sull'allenamento e sui prossimi impegni di campionato: se parterciperò agli Europei sarà solo logica conseguenza di quanto fatto in questi mesi. Intanto dovrò dare più del massimo come tutti i compagni per provare a raggiungere l'Europa League con la Fiorentina". "Sto tornando in forma - commenta invece il mediano rossonero - sarei davvero orgoglioso di esser convocato per gli Europei. E' un sogno, spero possa diventare realtà grazie al lavoro sul campo. Sono grato a mister Montella per come mi sta gestendo e per l'oculatezza con cui ha seguito i miei progressi ed accompagnato i miei momenti ed il minutaggio sul terreno di gioco, direi lo sta facendo benissimo. Per la carriera di un giovane è fondamentale evitando condizionamenti esterni e al contempo di bruciare le tappe per fare il passo più lungo della gamba".