Lancusi. Giovedì 8 novembre ultimo scorso, presso la chiesa di S. Martino a Lancusi, è stato tributato un commosso saluto a Clelia Sessa, nel decennale della scomparsa. La giovane trentaduenne, dottore di ricerca in linguistica e glottologia, era figlia di un noto intellettuale del Fiscianese: l'avvocato Michele Sessa. La eclettica Clelia, "Liuccia" per gli amici, scomparve prematuramente nel 2002, letteralmente arsa viva in un terribile incidente stradale a Fratte, mentre tornava nella sua Lancusi. Un autista tunisino, alla guida di un autosnodato o autoarticolato recante biglie di ferro, la travolse in pieno, avendo i freni fuori uso e le gomme usurate, col suo pesante carico. Il mezzo era già stato sequestrato, il conducente era stato fermato dalla polizia stradale, ma poi - chissà come - aveva ripreso il viaggio, da Chieti a Buccino. Poi l'autista, incolume, era stato condannato, ma Michele Sessa - pur nell'intenso dolore - non prova odio o rancore contro tale responsabile materiale della morte di Clelia, ma - dopo aver invocato giustizia - ha ancora parole di pietà per il tunisino. I veri "colpevoli" della tragedia sono certamente le persone che hanno ritenuto che il tir potesse proseguire il cammino. Ma torniamo a noi. Giovedì 8 novembre, dunque, in una chiesa gremita da tanti parenti, amici, conoscenti che hanno apprezzato - già in vita - la dolce "Liuccia", si è tenuta la commovente commemorazione. Per l'occasione, il padre di Clelia ha distribuito ai numerosissimi presenti un opuscolo di trentadue pagine (come l'età della giovane) inerente scritti, poesie, foto, ritratti e quant'altro sulla figlia. Il volumetto si intitola: "Eppure ogni giorno le parlo". Prima, però, una toccante concelebrazione eucaristica, presieduta da don Antonio Toriello, parroco di Licusati (Camerota) e docente di Oboe al conservatorio "Martucci" di Salerno. Anche uno dei nipoti di Michele Sessa, Vincenzo Portanova, è iscritto - giovanissimo, neanche 13 anni - al "Martucci", guarda caso anche lui al corso di Oboe (quarto anno!). E proprio lo stesso, serioso e compito Vincenzo Portanova ha allietato gli astanti con la sua esibizione, senza sbavature, nel corso del concerto "ad memoriam" performato - oltre a lui - dai maestri Gloria Farina (violino e soprano); Francesca Ingenito (organo e pianoforte); Raffaele Iennaco, al clarinetto. Il concerto, avvenuto dopo la liturgia eucaristica, è stato condotto dai quattro musicisti in maniera impeccabile e magistrale. Il quartetto ha anche animato la Messa, soprattutto nei momenti salienti come l'introduzione, l'alleluia, il sanctus, la comunione (Panis angelicus) e il commiato, con l'Ave Maria di Gounod per organo e oboe. Invece, per quanto riguarda l'intermezzo musicale, coordinato e condotto dalla giornalista rocchese (Roccapiemonte) Luisa Trezza, notevole è stata (in particolare) la realizzazione della Suite in Re maggiore di Bach - all'inizio - e la celebre colonna sonora di "The mission", cioè "Gabriel's oboe", musicata da Ennio Morricone, come secondo brano. Durante l'omelia don Toriello ha illustrato, pur non avendo avuto modo di conoscere personalmente la Sessa, il carattere di Liuccia, che - come il seme del Vangelo - doveva "morire" per fruttificare, per fare frutto: proprio "dal frutto" di Clelia - ha asserito il celebrante - si riconosce la "pianta" dell'educazione familiare. Poi, solo parole poetiche e foriere di speranza da parte del sacerdote-musicista nei confronti della giovane. Prima del concerto, infine, il poeta Peppino Iuliano, professionista e amico di lunga data dell'avvocato, ha espresso qualche parola in suffragio di Liuccia. Pensieri accorati e ben argomentati, rivolti alla famiglia e ai giovani; un ricordo affettuoso e sentito, pertinente, avendo usato termini appropriati e coerenti con la figura stessa della donna così orrendamente uccisa nel fiore della vita.
Il presidente tiranno

Donald Trump sta sfidando le peggiori categorie più consolidate della politica tradizionale,
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