Mercato San Severino. E' deceduto nella mattinata del 6 dicembre l'imprenditore edile Alfonso De Caro, del consorzio "Edil Trieste". Il costruttore era noto a Mercato San Severino e nel resto della Valle dell'Irno per aver realizzato in tali zone solidi appartamenti e rinomati alloggi, ma soprattutto la piscina nella frazione San Vincenzo, la pista ciclabile che costeggia il Solofrana e una struttura scolastica sempre a S. Vincenzo: una scuola ospitante classi delle primarie e delle elementari donata alla cittadina irnina. Alfonso De Caro, 70 anni, era stato ricoverato dapprima al nosocomio "Fucito" (Curteri di Mercato S. Severino) e poi trasferito al "Ruggi" di Salerno dal 21 novembre, dopo un malore e una conseguente caduta che gli aveva causato un profondo ematoma al cranio. Operato di urgenza, le sue condizioni erano apparse subito molto critiche: da tempo in sala di rianimazione, era stato anche intubato, tracheotomizzato e sottoposto a coma farmacologico. Da questo coma indotto egli non si è mai più ripreso, avendo inoltre perso conoscenza; i medici hanno attuato molti vani e disperati tentativi per salvarlo, sollecitandolo e stimolandolo senza successo: il suo corpo non ha reagito, l'organismo non ha retto alla ischemia o emorragia che gli ha causato la morte. De Caro si è sentito male in casa, dove la moglie Giuseppina lo ha trovato riverso al suolo dopo aver sentito un botto, il rumore da lui prodotto nell'accasciarsi a terra. Lascia tre figli: Emanuele, geometra, che lavora presso la piscina succitata; Gerardina e Giovanni; una nuora di nome Rosaria Sessa e cinque nipoti: Santolo, Annamaria, Giusy, Alfonso, Josefina. Al momento in cui scriviamo, la salma doveva ancora tornare dall'obitorio (morgue, sala mortuaria) dell'ospedale salernitano e non erano stati affissi i manifesti per celebrare i funerali. Oltremodo provati dallo strazio vissuto negli ultimi tempi dal congiunto, i familiari stanno vivendo un dolore composto. Molta gente ha rimpianto la figura di "don" Alfonso, per la sua signorilità dimostrata in ogni occasione, per la generosità e la disponibilità che ne caratterizzavano il temperamento caldo e sornione, sempre intraprendente.
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