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A Fisciano la sede regionale del Banco Alimentare

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Category: Valle dell'Irno
banco alimentareIl "Banco Alimentare" è presente in Italia dal 1989: grazie a Monsignor Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione, e a Danilo Fossati, presidente della Star, nasce la Fondazione Banco Alimentare. Oggi il Banco Alimentare è presente con la sua Rete in 20 regioni italiane e attraverso più di 8.500 Enti, Associazioni, Parrocchie ad esso collegato, risponde al bisogno primario di circa un milione e mezzo di persone indigenti in Italia.

Raccoglie le eccedenze alimentari e le ridistribuisce ad Enti ed iniziative che si occupano di assistenza e di aiuto ai poveri ed agli emarginati. Per questo si pone al servizio, da un lato, delle aziende del settore che abbiano problemi di stock ed eccedenze perfettamente commestibili e, dall'altro, delle Associazioni ed Enti assistenziali che distribuiscono ai propri assistiti pasti o generi alimentari in via continuativa. La rete Banco Alimentare è allora il tramite ideale perché l'eventuale "spreco" della filiera agro-alimentare diventi ricchezza per gli enti assistenziali che ogni giorno, con impegno e dedizione, accolgono i più poveri tra noi.

Portare a casa di chi ha bisogno, un “pacco” (scatola contenente cibo di prima necessità) ha un doppio valore. Da un lato risponde ad un bisogno primario ma dall’altro porta speranza, capacità di rimettersi in gioco, spazza via la solitudine. Come diceva Madre Teresa: “La povertà più orribile è la solitudine, il non sentirsi amati”.

Infatti, la povertà, che colpisce oggi in Italia tre milioni di persone, ha come origine principale la solitudine, l’allentamento dei legami familiari, la perdita di amicizia e di senso di appartenenza a comunità locali, circoli, movimenti, parrocchie (realtà sociali di qualunque credo). Spesso il povero è un individuo che, principalmente, ha perso quell’intreccio di legami personali che hanno fatto e fanno il nostro tessuto sociale e che sono la caratteristica più profonda del nostro Paese. Tutto quello che mina e distrugge questo sistema naturale e storico diventa fattore di ineguaglianza. Oggi può diventare un “nuovo povero” chi ha in casa un malato cronico da curare; chi perde il lavoro a 50 anni per una improvvisa crisi aziendale; chi, senza una pensione adeguata, si ritrova anziano senza parenti che lo sostengono; chi si trova ad affrontare separazioni matrimoniali e non riesce a mantenersi da solo; la famiglia monoreddito con molti figli che non arriva alla fine del mese.

La famiglia che si disgrega può segnare anche l’inizio di un’esclusione nei casi di gravidanza precoce, malattia mentale, tossicodipendenza, abusi. Nella definizione di povertà non si può più considerare solo il reddito, ma bisogna includere la vulnerabilità, il rischio, la marginalizzazione, la limitazione nelle scelte. Il vero indigente alimentare non è solo quello che non ha il pane: è colui che non riesce a migliorare la propria condizione. Per questo la questione cruciale nella lotta alla povertà è l’educazione del povero a ricostruire questi legami, a prendere iniziativa verso la propria condizione. Dall’altra parte, il Banco Alimentare è anche una possibilità per le aziende di rintagliarsi un ruolo “sociale”, evitando lo spreco dovuto alle eccedenze di produzione che, in qualche modo, hanno l’onere di smaltire. E’ la possibilità di un “riscatto” sociale a favore di una parte della società che non può essere considerata come “clientela”, poiché non può proprio accedere al consumo. Infine, il Banco è anche un sostegno a tutti quegli Enti ed Associazioni che spesso si ritrovano senza alcun aiuto, lasciate sole al loro destino. Il nostro tentativo è quello di inserire in una rete di amicizia e di rapporti, tutti quegli Enti ed Associazioni che si prendono carico di questo disagio sociale, molte volte nell’indifferenza delle istituzioni.

La povertà, infatti, non si potrà mai vincere intervenendo dall'alto, ma accompagnando la capacità di azione delle persone svantaggiate ed emarginate a essere protagoniste di un possibile cambiamento del proprio destino. Sostenendo ciò che di buono nasce dalla società civile, iniziative che si prendono cura dell’ultimo, del povero, dell’emarginato. uffici regionali via Duomo, 266 Napoli sede legale via P.Fimiani, 15 Castel San Giorgio (SA) sede operativa via Ponte don Melillo Fisciano (SA) Tel. 089.701.68.87 This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. www.bancoalimentare.it CODICE FISCALE 94052810655 La stima per quanto ogni essere umano è in grado di fare è proprio il cuore di ciò che chiamiamo “sussidiarietà”. Il Banco Alimentare italiano, con la rete di realtà sociali con cui opera, oltre a soddisfare un'esigenza primaria come quella alimentare, favorisce la tessitura di rapporti tra uomini, aiuta le persone più bisognose a giudicare la propria condizione e tutta la realtà con uno sguardo diverso. E’ un tentativo “ironico” – come lo possono essere tutti i nostri tentativi – che nasce, non da uno spirito volontaristico o filantropico, ma dalla passione per l’uomo, così come noi stessi l’abbiamo sperimentata nella nostra vita, grazie all’incontro con il fatto cristiano. L’idea del Banco Alimentare è illustrata già nel Vangelo di Giovanni, dove si legge che Cristo, dopo aver sfamato cinquemila uomini, disse agli apostoli di raccogliere i resti, affinché nulla venisse sprecato.

E dunque non è una filosofia, né un erogatore di alimenti ma un’ opera di carità. Come gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente siamo lieti di donare, nello spirito di "condividere i bisogni per condividere il senso della vita". Nel tentativo di condividere il bisogno primario di chi abbiamo di fronte, ciò che abbiamo a cuore è condividere il senso della vita. Da qui nasce compassione (compassum: passione per l’altro) e commozione (com-motus: muoversi insieme) per tutti i nostri compagni di strada, dal povero al volontario, dall’emarginato all’imprenditore. Perché noi stessi, ogni giorno, facciamo esperienza che il cuore di ciascuno – povero o non povero – attende qualcuno che si muova con lui, che abbia passione per la propria vita e per il proprio destino. E’ da questa passione per l’io che tutto nasce, poiché, come diceva don Luigi Giussani, “un singolo io vale più di tutto l’universo”. La confusione e lo smarrimento, in questo tempo di crisi, sembrano diventati lo stato d'animo più diffuso tra la gente. Imbattersi, però, in volti lieti e grati, per la sorpresa di essere voluti bene, scatena un desiderio e un interesse che trascinano fuori dal cinismo e dalla disperazione.

Per questo anche quest'anno proponiamo di partecipare alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, che si terrà il 28 Novembre, perché anche un solo gesto di carità cristiana, come condividere la spesa con i più poveri, introduce nella società un soggetto nuovo, capace di vera solidarietà e condivisione del destino dei nostri fratelli uomini. Ciascuno di noi, come Madre Teresa, può ripetere ogni giorno: “Quello che mi scandalizza non sono i ricchi e i poveri: è lo spreco”.

dott. Roberto Tuorto Presidente Banco Alimentare Campania

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