Nicola Arigliano è stato ospite, nel 2005, del Teatro comunale, nell’ambito della prima rassegna “Jazz e oltre…dal vivo”, in coppia con Franco Cerri ed in compagnia di Antonello Vannucchi (pianoforte), Giampaolo Ascolese (batteria e percussioni), Elio Tatti (contrabbasso).
Era il 22 febbraio 2005 ed, esattamente dopo una settimana, Arigliano si sarebbe esibito al Festival di San Remo, dove avrebbe conseguito, con la sua canzone “Colpevole”, il Premio della critica.
“Ricordo con affetto e nostalgia – dice il Sindaco, Giovanni Romano – quella serata magica, la sua esibizione, in coppia con Franco Cerri, a conclusione della nostra prima rassegna di jazz. Credo che sia doveroso, da parte nostra, dedicargli la VII edizione di “Jazz e oltre…dal vivo”, che inizierà, tra qualche settimana, presso il nostro teatro. Sicuramente, Arigliano è stato il più grande e carismatico cantante jazz italiano e tra i più grandi del panorama jazzistico europeo. «Salutame 'a soreta» era il modo simpatico con cui Nicola apostrofava gli amici. Un modo come un altro per manifestare il suo affetto. Nicola Arigliano era un genio particolare, chiuso in un proprio mondo quasi misterioso, amante dell’aglio e felice di trascorrere il tempo nei boschi di Magliano Sabina (Lazio), in cui faceva le passeggiate all'alba, al canto del gallo, e la colazione con le noci fresche.
Era un crooner, ovvero un cantante che interpreta canzoni melodiche in chiave confidenziale. Originale è stata la sua vita: scelse di non restare troppo sotto i riflettori della notorietà e, così, spesso si rintanava nella sua vita privata. Per le generazioni del secondo dopoguerra, era un mito, perché cantava lo swing in modo originale ed ironico”.
Da Squinzano (Puglia) era partito alla fine della seconda guerra mondiale, in cerca di fortuna come artista, ma deciso a fare anche altri lavori.
Ne fece diversi (guardiano notturno, fattorino, panettiere, impiegato del catasto), ma sempre con il proposito ed il sogno di affermarsi nel mondo della musica.
Nel 1952, riuscì a destare l'attenzione del critico americano Marshall Brown, che, dopo averlo ascoltato, lo invitò al Festival Jazz di Newport.
Da jazzista, iniziò come contrabbassista e sassofonista.
Sarebbe stata però la musica leggera a regalargli successo e popolarità , in particolare con i brani "I sing ammore", "Sentimentale", "Amorevole", "My wonderful bambina", "Arrivederci", che lo collocarono ai primi posti delle classifiche.
Negli anni Sessanta divenne molto conosciuto e, in quel periodo, si esibiva nei festival e in vari spettacoli, in televisione e al cinema.
Divenne anche testimonial pubblicitario di un noto digestivo.
Negli anni Ottanta torna al suo amore, il jazz.
Quella di Arigliano è stata certamente una carriera lunga e luminosa, caratterizzata da successi e silenzi, impegno artistico e riflessione.
Un genio che mancherà al mondo della musica, certamente, e che ha lasciato un ricordo indelebile anche a Mercato S.Severino.