Esponevano per l’occasione illustri personalità provenienti non soltanto dalle zone viciniori e dai comuni limitrofi a S. Severino, come la già ricordata S. Giorgio, ma addirittura grandi pittori e pittrici di ogni parte di Italia e perfino dalla Romania, da Israele, dalla Spagna, dalla Francia…
Tutto ciò grazie alla lungimiranza e all’acutezza dell’eclettico Angrisani, molto conosciuto per la sua sperimentazione artistica e pittorica nell’ambito del territorio e del comprensorio, che ha avuto il merito di far conoscere agli abitanti dei nostri luoghi tali veri e propri “maestri” dell’arte internazionale.
La mostra era itinerante, infatti  - poi – la stessa retrospettiva è stata presentata a Salerno dal 17 al 25 luglio e quivi essa ha decisamente riscontrato più successo.
Ma torniamo alla kermesse sanseverinese: il Nostro (Michelangelo Angrisani) – presentato al pubblico da valenti professori ed esperti di pittura e scultura quale l’artista Luigi Crescibeni – ci ha rivelato di aver iniziato a dipingere già da piccolo da autodidatta, ma con molta passione; una passione, un sacro furor dell’arte che vede l’artista produrre i propri lavori già nel 1958/59, quando egli aveva solamente 11 anni.
“Ho voluto fondare l’accademia – esprime e spiega Angrisani, incalzato dalle nostre domande ad hoc – perché a mio parere da soli non si va da nessuna parte, non si approda a nulla. Gli artisti non dovrebbero essere competitivi tra loro, ma uniti come una famiglia.”
“Questo – dice ancora Michelangelo Angrisani – in nome dell’arte, libera e senza confini, accessibile a tutti ma proprio tutti gli esseri umani: in arte infatti occorre essere una grande famiglia allargata, e questo è uno dei motivi che mi hanno spinto a creare il sodalizio e a diffonderlo in seguito con grande impegno ed enormi sacrifici in tutto il mondo.”
“Oggi – riprende il nostro interlocutore – l’accademia è divenuta una grande realtà sia a livello nazionale che internazionale, che vanta ben cinque delegazioni estere: Croazia, Cipro, Romania, Israele e Spagna.”
Alla domanda: “Che storia artistica hanno gli espositori presenti a questa kermesse culturale?”, Angrisani ha risposto nel seguente modo: “Alcuni sono figurativi, altri esprimono tante diverse tendenze, a volte lontane dal figurativismo: c’è l’astratto, l’espressionismo, la transavanguardia e così via.”
Ma quale è stato il percorso accademico e pittorico dello stesso Angrisani?
Abbiamo provato a chiederlo a lui: “Ho iniziato con il figurativo, dal realismo; poi sono approdato alla ritrattistica, e sono andato in seguito oltre. La mia massima aspirazione è stata la sperimentazione di diverse tecniche pittoriche ed artistiche, come per quanto riguarda miei elaborati che si rifanno invece all’iperrealismo, dove il soggetto diviene un simbolo per comunicare il pensiero, quello di ogni artista…”
“La mia pittura – continua Angrisani – è metaforica e metafisica, e questo – ad esempio – si può notare ed evincere nell’opera “La decapitazione del Battista”, un mio quadro del 2006.”
“Andando avanti con gli anni – sostiene il pittore – ho compiuto altre sperimentazioni, andando oltre le solite tecniche e i soliti temi e/o argomenti per non dipingere o costruire le stesse cose. Una mia tecnica che ho adottato e utilizzato, adoperato recentemente è quella della carta feltro incollata su tela.”
Un’altra tecnica dell’artista Angrisani che lo ha anche portato a partecipare – unico realizzatore salernitano selezionato – alla Biennale di Firenze del 2007 è la pittura sul legno, anzi: “nel” legno, nei nodi che questo materiale naturalmente presenta.
“Questo modo di dipingere – esprime Angrisani – è unico e irripetibile in tutto il mondo, come lo sono i nodi del legno: non si può perciò copiare o riprodurre, rispecchia le caratteristiche del legno stesso…”
Un’altra tecnica particolare è un olio su cartoncino dal titolo: “Amore proibito” (2000) che intende raffigurare il pensiero, la mente, e non già il soggetto; con tale tecnica il Nostro ha potuto esporre alcuni quadri addirittura al museo di Boston.
Molte altre opere della mostra sanseverinese si sono potute ammirare come si sono ammirate degli espositori le performance e le diverse tematiche e/o tecniche; alcuni artisti erano di Milano, altri provenivano dalla Francia o dalla Spagna, un’altra artista, per la cronaca Dina Zilberberg, proveniva addirittura da Israele.
Tra i manufatti che riteniamo più vivaci, interessanti e significativi, ricordiamo i preziosi mosaici luminosi di Marzia Dottarelli da Cortona (Arezzo); le opere sul mondo del ballo da parte della già citata Zilberberg; i capolavori di Liliana Scocco Cilla, realizzati solo con le dita e senza pennelli, altre notevoli tele.
ANNA MARIA NOIA