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Un libro di Francesco Casale su Petrosino e Borsellino

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Category: Valle dell'Irno
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Nei giorni scorsi a Mercato S. Severino è stata presentata l'ultima opera dell'avvocato Francesco Casale, docente di materie giuridiche presso l'Istituto di Istruzione Superiore "Virgilio". Il volume, che consta di 251 pagine e di una ricca appendice - frutto di un lavoro certosino - si intitola: "Da Petrosino a Borsellino. Memoria, cultura e legalità nella casa-museo di Joe Petrosino a Padula (Sa)." Tale testo è stato edito per i tipi de "L'opera", di Vallo della Lucania.
Casale ha voluto tributare un omaggio a due figure emblematiche della lotta alla mafia: il poliziotto Joe Petrosino e il giudice Paolo Borsellino, entrambi vittime della violenza della malavita, "senza voler tracciare una storia di questo fenomeno - ha dichiarato nel suo intervento l'autore - quanto piuttosto comparare tali figure lontane nel tempo ma così vicine
anche ai giorni nostri.” Alla presentazione tenutasi il cinque ottobre sono intervenuti l’autore, l’assessore alle Politiche Culturali Assunta Alfano, la preside dell’Istituto Polispecialistico succitato (il “Virgilio”) Luigia Trivisone; il giornalista Eugenio Ciancimino (moderatore), che ha preso parte alla stesura del volume; Giuseppe Perozziello, presidente del consiglio comunale della cittadina.
Nella sala consiliare del Comune (Palazzo Vanvitelliano), gremita da attenti e interessati studenti del “Virgilio”, si è iniziato a parlare di legalità e di necessità di proporre le figure “eroiche” (nel senso quotidiano del termine) come Petrosino e Borsellino all’attenzione delle nuove e future generazioni. L’assessore alla Cultura è stata la prima a prendere la parola per illustrare l’egregio lavoro, che si è anche avvalso della testimonianza inedita del pronipote di Joe, Giovanni Melito Petrosino, e del figlio di Borsellino, Manfredi; ciò non prima però di aver visionato un video “fatto in casa”, realizzato dagli studenti delle Superiori sanseverinesi e con immagini computerizzate non sempre ben leggibili ma comunque efficaci ed attuali.
All’inizio del filmato era impressa sulle slide una frase tratta dal Vangelo di Matteo: “Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati”. Poi guardando le diapositive, musicate ma senza parole “recitate”, scorrevano dinanzi agli occhi frasi e immagini di stragi e realtà mafiose, in ricordo non solo di Petrosino e Borsellino ma anche di Giovanni Falcone, di Carlo Alberto Dalla Chiesa, di Giovanni Paolo II, di don Pino Puglisi e di altri. Il testo vuole non soltanto descrivere “letterariamente” con ventiquattro sezioni tematiche le sale del museo dedicato a Joe Petrosino da cui – con dovizia di particolari – Casale ha tratto spunto ma, a detta dello stesso Francesco Casale, lo stesso docente che ha invitato nei mesi scorsi a S. Severino il giornalista Magdi Cristiano Allam, il suo elaborato ha inteso simboleggiare tutti i deceduti per via della mano armata delle mafie almeno mediante gli assassinati “istituzionali”, cioè coloro che in qualche modo sembravano essere i più “famosi”, ai vertici della polizia o della magistratura. Il libro inoltre – come ha affermato Assunta Alfano nel corso della presentazione – tratta di un argomento non marginale per capire i nostri tempi, e cioè dell’emigrazione dall’Italia all’America, fenomeno verificatosi tra il XIX e il XX secolo (Joe Petrosino era infatti un emigrato).
In particolare Perozziello ha confidato davanti al folto pubblico in gran parte giovanile di essere stato toccato direttamente dalla mentalità mafiosa: “Una persona ormai deceduta – sono sue parole – mi ha minacciato prima e poi rapinato negli anni ’90, per aver detto di no a un ricatto, a una persona sbagliata.” Questo esprime il presidente Perozziello, titolare di una rivendita di ricambi per auto, che aggiunge: “Ben due volte sono stato bersaglio di individui poco raccomandabili, sono stato persino schiaffeggiato pubblicamente.” La Trivisone ha puntato il dito sul coinvolgimento delle nuove generazioni, ricordando particolarmente la figura dell’eroe Petrosino osannato dagli studenti durante una sua esperienza nel Vallo di Diano.
Ha discusso inoltre ed in particolare di educazione delle coscienze e di formazione mirata per i giovani. Ciancimino ha spiegato in breve ed ironicamente il perché della sua presenza alla manifestazione culturale in onore di Casale e della sua opera; anche se il motivo principale era l’aver curato alcuni interventi nel libro egli ha voluto “giocare” sul cognome uguale a quello del già sindaco siciliano Ciancimino. Egli ha trattato, con ampi amarcord e voli pindarici tuttavia molto razionalmente e apparendo a tratti commosso, del rapporto tra vecchia mafia dei campi, mafia industriale e più recentemente mafia dei grandi traffici economici. Interessante un suo “giudizio” – più una constatazione, in verità – sul fatto che sia per ciò che riguarda Petrosino che per quanto concerne Paolo Borsellino non solo lo Stato non li ha protetti, ma addirittura ha “complottato” contro di loro, ed è questa una delle tante cose che li unisce. Ciancimino ha elogiato il valido lavoro attuato dal docente nel pubblicare tale volume, mentre Casale ha concluso con perizia e competenza partendo da una sua disanima del video amatoriale a cura dei suoi alunni e soffermandosi poi su alcuni spunti del suo libro, in un breve discorso che ha coinvolto e convinto i giovani astanti e anche noi.
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