
Ma il comune di Montoro Inferiore ha alle spalle una lunga tradizione carnevalesca, tramandata da padre in figlio.
Le cosiddette "mascariate", caratteristiche di un po'tutti i paesi del comune di Montoro, rappresentano una tradizione risalente alle antiche feste contadine, che scandivano il tempo del lavoro dei campi durante tutto l'anno. Un'allegra usanza che nel corso del tempo non ha perso seguito, ma riesce a coinvolgere un numero crescente di giovani.
Nelle sfilate di carnevale, anno dopo anno, alle maschere nuove, più moderne ma lo stesso creative si susseguono anno dopo anno quelle che sono i "personaggi"della tradizione,: la più famosa e spassosa è senza dubbio "'a vecchia", indossata quasi sempre da un uomo. Raffigura un'anziana donna, molto simile alla befana, che porta sulle spalle pulcinella. In realtà si tratta di un effetto ottico, la maschera è una sola divisa in due: la parte inferiore corrisponde a quella della vecchia, mentre quella superiore raffigura Pulcinella. Poi c'è il Pulcinella Cetrulo, che coordina la sfilata, la "Zeza", ovvero sua moglie, Lucrezia, la Tolla (Vittoria), col fidanzato "Nicola Pacchesecche". E poi c'è la sposa, la maschera di una donzella dal lungo abito bianco, dalla bionda chioma, ma dalle fattezze maschili, in quanto si tratta di un'altra maschera indossata da un uomo per tradizione e per ottenere un effetto ancora più comico sul pubblico. Altre maschere caratteristiche del montorese sono quelle che rappresentano i vari mestieri del paese, a cominciare dallo "schiattamuorto", il becchino, che porta un lungo cilindro nero, ma anche l'avvocato, ‘o "sceppamole (il dentista), il prete. C'è ancje l'"urzo", ovvero l'orso che si precipita sul pubblico e finge di attaccarlo.
A chiusura della sfilata c'è il tradizionalissimo balletto folkloristico d'o "intreccio", ovvero "l'intreccio: una lunga fila di ballerine e ballerini, ragazzi e ragazze, vestiti con abiti tradizionali, mantengono a coppie un arco decorato con fiori di carta variopinti e nastri, e lo agitano a suon di musica, salterellando al suono di un tamburo.
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