Salerno. Proseguono gli incontri culturali organizzati dalla Delegazione di Salerno dell'Associazione Italiana di Cultura Classica. Quello svoltosi ieri, 7 aprile, presso l'Aula Magna del Liceo Classico "Torquato Tasso" di Salerno, si è focalizzato sulla coltura cerealicola in epoca medievale. A prendere la parola per prima è stata la professoressa Paola Volpe Cacciatore, docente ordinario di Letteratura Greca presso l'Università degli Studi di Salerno: "Questo ciclo di conferenze è nato in seguito ad un progetto sul pane realizzato in occasione dell'Expo nel nostro Dipartimento e i risultati del lavoro saranno pubblicati su un libro dell'Associazione Italiana di Cultura Classica. Sono dell'opinione - ha proseguito la professoressa Volpe - che gli studi classici possano essere salvati solo guardando al moderno e, proprio a tale proposito, vi informo che a maggio, mentre presso il Liceo "Tasso" si svolgerà il Certamen Hippocraticum Salernitanum, si terrà una conferenza incentrata sulle analogie e le differenze tra la tragedia classica e quella moderna". La parola è poi passata ad Antonio Tagliente, dottorando di Filologia e Storia dell'Antichità al Medioevo presso il dipartimento Ramus (Ricerche e Studi sull'Antichità, il Medioevo e l'Umanesimo) dell'ateneo di Salerno: "Basandosi sulle immagini dell'epoca, c'è l'erronea opinione che il Medioevo sia stato un'età di eccessi per le classi più agiate ma l'unica verità è lo spazio gerarchico destinato ai farinacei in primis. Nel Medioevo - ha sottolineato il dottor Tagliente - il pane era un elemento cardine della vita quotidiana e del lavoro manuale e la cultura cerealicola medievale comprendeva quella di ambito mediterraneo e quella di ambito continentale. Grazie anche alla grande varietà del paesaggio di epoca medievale, la coltura cerealicola, almeno fino al XIII secolo, è stata una presenza costante nei campi perché il raccolto era sempre garantito ed il frumento era considerato il principe dei grani. E' anche possibile ricostruire una mappa della cerealicoltura: dal frumento si otteneva la farina chiara, la segale, invece, richiedeva una cura minore mentre l'orzo, mescolato con altre tipologie di grano, dava vita ad una coltivazione promiscua. La spelta, antenata del frumento, era utilizzata di frequente dagli abitanti dei monasteri mentre il farro era legato già alla tradizione romana ed italica e dall'avena, un alimento prevalentemente destinato ai cavalli, si otteneva la birra. Tra i grani minori - ha precisato Tagliente - è opportuno menzionare il miglio ed il panico, utilizzati principalmente dalla società contadina, infatti soprattutto il primo era poco adatto alla panificazione". Dopo aver analizzato questi aspetti prettamente tecnici, Tagliente si è anche soffermato sulle interazioni tra pane e cultura: "Il pane è considerato il cibo sacro per eccellenza dal Cristianesimo anche se nell'Europea centro - settentrionale era un alimento subordinato alla carne. L'aumento della popolazione, però, costrinse a puntare sui cereali ed il companatico, ovvero il cibo che accompagnava il pane, iniziò a comparire sulle tavole proprio nel Medioevo diventando una presenza costante. La preparazione del pane non avveniva quotidianamente, infatti solo nei monasteri esso era realizzato giornalmente per sfamare le truppe. Non sempre la cottura era omogenea - ha spiegato Tagliente - ma soprattutto ai religiosi era consentito di grattare la parte bruciata della superficie perché il regolamento monastico lo prevedeva senza che si commettesse peccato. Aggiungo inoltre che già in epoca romana esistevano piccoli forni per la cottura del pane, si realizzavano focacce e persino il pane azzimo cotto sotto la cenere. Insieme al pane - ha concluso Tagliente - erano serviti anche alimenti che si sposavano bene con esso pur avendo un processo culinario differente, è il caso ad esempio del pulmentarium oppure delle zuppe di orzo o della polenta con i cereali. La stessa pizza era conosciuta ben prima dell'anno 1000 ma per il condimento a base di sugo bisognerà attendere l'epoca moderna quando il pomodoro inizierà ad essere coltivato anche in Europa". A chiudere l'avvincente incontro è stata la professoressa Volpe che ha doverosamente aggiunto: "Questo è solo un assaggio delle nostre ricerche e del lavoro svolto a Fisciano all'interno del nostro dipartimento. Il ciclo di conferenze sul pane proseguirà e la già annunciata conferenza che terremo a maggio, e che sarà incentrata sulle tragedie, terrà conto dei classici della letteratura greca che gli alunni dell'ultimo anno del Liceo "Tasso" stanno studiando attualmente. Spero sia stato un bell'incontro e desidero solo aggiungere una riflessione - ha concluso con orgoglio la professoressa - come si studia nel liceo classico non si studia altrove".
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