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Incontri, a Salerno si parla di bioetica e dignità della persona

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Category: Incontri
Salerno. Il tema della bioetica al centro dell'incontro che si è svolto ieri pomeriggio, 19 aprile, presso il Salone di Rappresentanza della Provincia di Salerno. L'evento, promosso dal Centro "Tau" Onlus, ha visto la partecipazione del professor Antonio Spagnolo, ordinario di Bioetica clinica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "Cattolica" di Roma. A prendere per primo la parola è stato Padre Fernando Campagna, presidente del Centro "Tau": "Non esiste dualismo tra corpo ed anima ma bisogna parlare di due realtà che coesistono, comprendere questo dato trascendente va al di là della nostra capacità umana pertanto dobbiamo fermarci dinanzi alla soglia del mistero. Ogni vita è nel progetto del Signore, come sottolinea giustamente il Cardinale Elio Sgreccia e, come tale, merita il dovuto rispetto". Moderatore dell'incontro l'avvocato Guglielmo Scarlato che ha aggiunto: "Platone parla di dualismo mentre la religione cattolica introduce il concetto del Verbo incarnato, figlio di Dio e figlio dell'uomo ma significativo appare quanto affermato da San Giovanni Paolo II il quale soleva dire che "l'anima è manifestazione di Dio". "Il tema della bioetica interessa da vicino le professioni medico - sanitarie - ha affermato il professor Spagnolo - e la stessa medicina tocca l'anima che è indissolubilmente legata al corpo. Il mio ambito non è quello filosofico o teologico ma mi occupo di etica clinica ed esercito la mia professione in laboratorio o a stretto contatto con il paziente. Separare l'uomo dal concetto di persona elimina il significato intrinseco di uguaglianza e questo concetto è molto rilevante oggi proprio per la scissione effettuata dal progresso scientifico: l'embrione è o no la stessa persona che nascerà? E' questa la domanda che ci si pone. Inoltre, ci si chiede fino a che punto la tecnologia abbia il permesso di prolungare la vita dell'essere umano quando il soggetto in questione non è in grado di respirare naturalmente: un caso emblematico, in questo senso, è quello riguardante Eluana Englaro. Anche l'aspetto antropologico non va sottovalutato - ha proseguito Spagnolo - infatti l'assistenza sanitaria va personalizzata in base al paziente dinanzi al quale ci si trova mediante la riflessione su chi è l'uomo, per poter prendere decisioni mirate. Parlare di corpo e spirito separatamente è un errore perché ciò significherebbe considerare la carne come qualcosa di impuro e l'anima come intoccabile, in questo senso la bioetica si manifesta nell'ambito della sessualità, della procreazione assistita o del transessualismo. Sostanzialmente, esistono due orientamenti: l'uno parla di valori oggettivi perché posti dalla comunità morale mentre l'altro, di carattere ontologico, parte dall'idea che ogni decisione ha un fondamento oggettivo, ovvero che la singola persona fa da riferimento alla scelta da seguire. Il corpo non è soltanto un elemento di appartenenza ma esso stesso ha molto da dire perché ogni singolo corpo individua una persona, è inoltre un elemento di differenziazione tra l'individuo maschile e quello femminile ed è anche un linguaggio che ci consente di esprimerci e relazionarci con gli altri, basti pensare alla touch therapy che è basilare per curare alcune patologie. A partire dagli anni Ottanta si è iniziato a parlare di fecondazione in vitro e quindi si sono posti una serie di problemi: all'epoca, una commissione scientifica britannica stabilì quindi che, prima del 14esimo giorno dal concepimento, non era possibile parlare di persona in quanto tale, ovvero vita scaturita dall'incontro tra due gameti che porta allo zigote. Un caso più recente ha interessato l'Italia negli anni in cui il professor Umberto Veronesi era Ministro della Salute: il suo entourage fu incaricato dal Governo italiano di esprimersi a proposito dello stato vegetativo e la commissione stabilì che il trattamento che va riservato al soggetto che si trovi in questa condizione è a discrezione della comunità e tiene conto del momento storico in cui si verifica. La persona umana va vista anche come confine entro il quale va presa una determinata decisione e il rispetto della vita fisica è il punto di partenza; il corpo ha un suo limite specifico ma esso stesso è un valore fondamentale su cui si basano tutti gli altri. Parlare della persona soltanto in senso fisico - ha concluso il professor Spagnolo - è stato considerato errato per cui si è data enfasi alla dimensione spirituale del paziente chiedendo anche il suo parere. Il rispetto del corpo può far pensare che gli interventi chirurgici possano intaccarlo e che pertanto non vadano effettuati: in realtà non è così perché in questi casi entra in campo il principio terapeutico che si occupa del bene globale della persona: pensiamo ad esempio alle operazioni relative al riassegnamento sessuale per cui, proprio perché si tratta di interventi definitivi, è necessario essere consapevoli onde evitare decisioni superficiali. Di contro, non possono essere considerati terapeutici gli interventi che consentono la chiusura delle tube in quanto non vi è una malattia su cui si va ad intervenire. Va sempre ricordato che la dimensione personale tra corpo e spirito non deve mai essere persa di vista". Al termine dell'incontro ha avuto luogo un interessante dibattito che ha visto protagonista la platea, diversi sono stati i quesiti posti al professor Spagnolo che hanno permesso di accendere i riflettori su un tema decisamente complesso ma di notevole attualità.
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