
"Il cuore indomito di un patriota risorgimentale: Giuseppe Ricciardi". Sottotitolo: "Vita e opere di un letterato napoletano che sposò la causa liberale in nome dei valori civili e morali dei popoli oppressi." Questo il pregevole volumetto riguardo la esaltante vita risorgimentale - pur tra le sue innumerevoli difficoltà e contraddizioni, ricca di fermenti, fervore e al contempo tumulti di ribellione - dipinta a tinte vivaci e con grande competenza storica/storiografica e letteraria dalla giovane ma intenditrice Giuseppina Amendola, scrittrice delle nostre zone laureatasi in questo specifico campo e (dunque) competente in tali materie ed argomenti. Un saggio interessante, dall'inconsueto taglio filologico e letterario, un filone di sorprese e di notizie novelle, curiose, trasalenti in alcuni punti e parti dell'agevole e godibilissimo libricino, denso di precisi e puntuali riferimenti alla temperie di quell'epoca, vissuta anche dai numerosi garibaldini meridionali - di cui alcuni, come il sacerdote sanseverinese (nato nella frazione Carifi) Ovidio Serino, e appunto Ricciardi (figura valida ma anche in certi tratti sognatore "inquietante" e poliedrico, tuttavia trepido) delle province di Napoli e di Salerno. Certamente in questo periodo natalizio di strenne e di "struscio" per comperare qualcosa di utile e alla ricerca di cadeaux e di gadget che riempiano il cuore e la mente sarebbe controcorrente regalare un libro, potrebbe sembrare una pazzia, una follia... purtuttavia aiutare a divulgare la cultura e il sapere è un "must" che non sappiamo o vogliamo godere, e quindi sarebbe - per noi che scriviamo questo piccolo e forse indegno articolo giornalistico - un qualcosa di cui essere veramente fieri, orgogliosi... Sì, perché la nostra Giuseppina Amendola, col suo dare un taglio informale, particolare, tra il cronachistico e il feuilleton e con un peculiare piglio narrativo con cui procede scioltamente, speditamente nel suo narrare di Storia e storie ci avvince e vuole fortemente: quasi "pretende" - e a ragione - attenzione, rispetto, studio riguardo una materia - come la storia - forse reputata (a torto) noiosa o poco feconda, troppo poco bella con quella ridda di date e di eventi l'uno addosso all'altro... Invece un buon "amico" (il libro) - è proprio il caso di dirlo - per l'inverno incipiente potrebbe risultare essere un opuscolo come quello scritto con passione e perizia dalla Amendola: ricco di trepidazione, di azione, di legami tra passato e attualità più cogente e stringente: una calda umanità... Scorrendo le dense e poche pagine (sono appena settantacinque) ricche di riferimenti - puntuali, precisi ma anche "fantastici", fantasiosi - che sembrano romanzate, il lettore percepirà sicuramente una calda atmosfera di "corsi e ricorsi" in tutte quelle guerre, in quei combattimenti ricchi di entusiasmo per la Patria (concetto oggi ritenuto probabilmente "scomodo") ma anche si potranno scorgere episodi di altruismo e di sacrificio nei confronti di alti valori e ideali, tutti rifacentisi - lo dice anche l'ampia e interessante bibliografia - alla fulgida figura (esempio per i giovani di oggi e per le nuove generazioni tout court) del "patriota risorgimentale" nonché letterato Giuseppe Ricciardi. Un libro ben scandito da momenti e occasioni importanti per il corso della nostra storia risorgimentale, quello della giovane studiosa, brillante in queste materie e in argomenti tra le lettere classiche e il gusto della modernità... I vari paragrafi sono uno più "completo" dell'altro - dal punto di vista dell'espressività - e scritti in maniera agevole ed acculturata assieme. Ci si perde quasi, nella appassionante cronistoria delle gesta di questi eroi, di questi epigoni - pur con i propri difetti, anche questo si evince dal volumetto - a descrivere in maniera curiosa e simpatica le opere dei nostri... "patres"... Eppure la Amendola caratterizza ogni singola (e singolare) pagina con un tocco di vellutata intelligenza storiografica e metafisica, con uno sguardo al milieau e alla temperie di quei giorni tumultuosi ma con un sereno sguardo al futuro di questa "povera" ma grande e dignitosa nazione, in tempi così evanescenti quali questi nostri anni, dal 2000 in poi... Il senso del divenire storico approda in Amendola ad una ricerca cristallina di azioni e pensieri dell'800 (poi da riproporsi oggigiorno) da evidenziare con percezioni sentite ed emozioni reali; l'autrice spera - ancora - di vedere realizzati i sogni, le speranze e soprattutto i sacrifici (della propria esistenza) e le morti affogate nel sangue da parte di uomini ma anche di donne soprattutto nei moti del '21 e del '48 senza dimenticare altri volontari "kamikaze" risorgimentali. Perciò diamo retta alla brava, valida Amendola per recuperare il sentimento nazionale (e non nazionalista) di tutta la nostra storia, affinché possiamo - tutti quanti assieme - vivere meglio il presente critico e pesante per infine risolvere tutti i nostri problemi dimodochè il futuro sia più sereno e la tanto paventata - e reale - recessione, incubo come le guerre ottocentesche e non, incuta meno timore e sia poi - finalmente! - definitivamente sconfitta...