
Pagani. Può finalmente tornare ad avere rappresentanti eletti la cittadina dell'Agro Nocerino-Sarnese, dopo circa tre anni di Commissariamento per via delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto l'ex primo cittadino Alberico Gambino. L'Amministrazione di Pagani, sciolta per infiltrazioni camorristiche, è ancora oggetto di polemiche da parte degli attivisti di M5s, che giorni fa hanno depositato una interrogazione parlamentare diretta al vicepremier Alfano per capire come mai alcune voci negative che pesavano sui bilanci dell'amministrazione non sono state inserite nel piano di riequilibrio dell'ente (Multiservice srl ed enti controllati dal Comune come l'Istituzione Pagani per tutti). Tuttavia i quasi 25 mila votanti attendono con ansia il 25 Maggio per poter scegliere finalmente il loro Sindaco. Questa volta la competizione elettorale è piuttosto variegata: a sfidarsi infatti ci sono ben 6 candidati appoggiati da 20 liste. A sinistra troviamo un ex sindaco, Antonio Donato (Liste "Spazio aperto-La sinistra per Pagani" e "La città che vogliamo e Centro democratico") e Angelo Grillo, ex primo cittadino ed ex assessore regionale (Pd, Psi, La città - Grillo Sindaco, Pagani in movimento - Pensionati). Al centro Pietro Pisacane con Udc (che ha rotto la storica alleanza con Forza Italia) e Pagani domani, mentre a destra altri due candidati di spicco: Massimo D'onofrio (Gabbiano, Fratelli d'Italia, Fare per Pagani, Forza Pagani e Lista D'Onofrio), indicato come il successore di Gambino, e Salvatore Bottone (Forza Italia, Grande Pagani, Noi con Voi e Apertamente). L'unico a presentarsi con una singola lista, "La scelta giusta", è Salvatore Fiore. La domenica scorsa è stata ricca di impegni elettorali per i candidati, tre dei quali (Fiore, Pisacane e Donato) hanno incontrato la popolazione e presentato la propria squadra di lavoro. A fare da spauracchio per i cittadini è il grande interrogativo del dissesto finanziario che grava sulle casse comunali: i sei candidati hanno visioni contrastanti sui fatti. Infatti, mentre Fiore invoca lo strumento del dissesto finanziario come scelta quasi "obbligata" per procedere al risanamento della situazione finanziaria del paese, Pisacane allontana questa preoccupazione promettendo una gestione futura più rigorosa, che passi dal taglio degli stipendi di Sindaco e Assessori. Più diplomatico Grillo che parla di una situazione debitoria importante ma che può essere risanata limitandosi alle spese ordinarie e all'incamerare quante più risorse esterne possibili. Donato invece parla di un ipotesi di dissesto molto concreta, dovuta agli sperperi delle amministrazioni precedenti e che potrebbero vanificare da qui ad un anno i risultati delle prossime amministrative. Di tutt'altro avviso l'ex Sindaco facente funzioni Bottone, il quale riferisce di una situazione debitoria già in via di liquidazione grazie ad un piano ventennale predisposto dai tre commissari che si sono avvicendati; a concludere D'Onofrio, ex vicesindaco, che parla di una manovra atta ad introdurre falsità in campagna elettorale e di un piano di rientro di sette milioni di euro, di cui cinque sono di residui attivi precedenti al 2002. Insomma, i debiti sono presenti ma non sono così gravi da costituire un buco di bilancio.