Napoli. Non c'è tempo di gustarsi la vittoria: Vincenzo De Luca deva fare già i conti con i possibili effetti della Legge Severino sul nuovo incarico. Nei giorni scorsi l'ex sindaco di Salerno si era detto fiducioso non solo sugli esiti delle urne ma anche in merito alla possibilità di governare la Regione senza incorrere nella sospensione prevista dalla legge. "Governerò perché la Severino non è applicabile a chi è eletto per la prima volta", aveva dichiarato nel corso del forum del Corriere del Mezzogiorno, portando ad esempio il caso di Bari. Tuttavia, la pronuncia della Suprema Corte di Cassazione della scorsa settimana, che ha stabilito la competenza del giudice ordinario, e non del Tar, a decidere circa i ricorsi promossi ex Legge Severino, non lascia spazio alcuno alla discrezionalità: la sospensione prescritta scatta in automatico, senza possibilità di opposizione. "Sarà sufficiente nominare giunta e vice-presidente nella prima seduta del consiglio": ipotesi, questa paventata nelle ore immediatamente successive alla procuncia della Cassazione, ricavata da un'interpretazione piuttosto larga dello Statuto regionale. Possibilità che, tuttavia, viene a cadere per palese contrasto con l'ordinamento giuridico. E qualora ciò dovesse verificarsi, la Regione dovrebbe essere commissariata dietro provvedimento del Presidente della Repubblica, su proposta del Governo. La patata bollente, ora, è nelle mani di Renzi: in tutti i casi ipotizzati per salvare la poltrona del politico lucano, infatti, è piuttosto difficile non incorrere in ingiustizie o abusi di potere. A meno che non vari un provvedimeno ad hoc per la sola Campania che salvi capre e cavoli. Insomma, nemmeno il tempo di inaugurarlo che il nuovo corso regionale targato De Luca è già appeso ad un filo.
Il presidente tiranno
Donald Trump sta sfidando le peggiori categorie più consolidate della politica tradizionale,
...