
Salerno. Il Teatro Verdi è stato lo scenario in cui si è svolta l'Assemblea degli industriali di Salerno. Questa è stata l'occasione per presentare i "Salerno Bond" e per discutere degli investimenti sul territorio campano. L'Assemblea è stata seguita dalla trasmissione di Lira Tv "Salerno Parla". Ad aprire il dibattito è stato il Rettore dell'Università degli Studi di Salerno, Aurelio Tommasetti, che ha sottolineato l'impegno dell'Ateneo nel formare la futura classe dirigente, che deve essere sempre più internazionale. La parola è passata poi a Mauro Maccauro, Presidente di Confindustria Salerno, che in apertura ha ricordato come alcuni impegni presi lo scorso anno durante l'Assemblea, fossero stati rispettati, altri invece, sono stati completamente disattesi. "In questo anno abbiamo avuto un piccolissimo aumento del Pil e per questo guardiamo al 2014 con cauto ottimismo, restando consapevoli che la distanza da colmare dal periodo pre-crisi, è ancora molta. Un territorio che vuole crescere - ha sostenuto Maccauro - deve ripartire da se stesso. L'attenzione deve essere rivolta agli strumenti finanziari alternativi, che consentano al sistema economico di autofinanziarsi. Dobbiamo riposizionare Salerno e la sua provincia sul mercato mercato internazionale. E Salerno, ha tutti i titoli per raccogliere questa sfida". "Una seria politica industriale, ha il credito come sua priorità - ha continuato il Presidente di Confindustria - senza credito non c'è ripresa economica. L'offerta di credito bancario è destinata a contrarsi nei prossimi anni, quindi se le imprese vogliono tornare a crescere devono sviluppare delle fonti alternative di accesso ai capitali". Parlando di fonti alternative, Maccauro ci ha tenuto a precisare che nuovi percorsi sono stati creati con il Decreto Sviluppo del Governo Monti, che ha dato vita ai mini-bond, che danno la possibilità anche alle aziende non quotate di emettere prestiti obbligazionari sul mercato. Questo strumento però non può essere risolutivo per le piccole e medie imprese. Ci vorrebbero dei micro-bond che semplifichino le procedure di emissione. Uno strumento che più di tutti, Maccauro ritiene utile è certamente il private equity: "A questo proposito, nel 2010 è stato costituito il Fondo Italiano di Investimento, che nel 2012, è stato responsabile della maggior parte degli investimenti di private equity - ha sottolineato Maccauro - In Campania, la finanziaria 2013 ha previsto la costituzione di un fondo per il sostegno alle imprese in private equity, denominato Fondo di sviluppo per le imprese, che potrà esercitare la possibilità di entrare nel capitale sociale delle imprese fino al 49%, per un importo massimo di 500 mila euro. Chiediamo quindi alla Regione, delle linee guida per renderlo subito operativo". Oltre a parlare della situazione attuale del mondo industriale salernitano, l'Assemblea è stata anche l'occasione per presentare il "Salerno Bond", un accordo siglato tra Confindustria Salerno e Banca Sella, secondo il quale si prevede l'emissione di un prestito obbligazionario subordinato a tassa fisso di 7,5 milioni di euro, che dovrà essere collocato entro 3 mesi. Il taglio minimo previsto è di 1.000 €, sottoscrivibile da imprese e privati cittadini. Tutto questo dovrebbe essere "utile per far circolare il capitale e aiutare a favorire gli investimenti. La Banca Sella - ha detto Maccauro - metterà a disposizione alle imprese da subito, un plafond di 3,5 milioni di euro". Parole di incoraggiamento in chiusura: "I Paesi competono tra loro per attrarre investimenti, l'Italia è in fondo alla classifica. Dobbiamo tornare a crescere, partendo da Salerno e dalla provincia. Non è un'utopia: torniamo a camminare, anzi a correre". Subito dopo l'intervento del Presidente di Confindustria Salerno, si è aperto il dibattito su "Nuovi strumenti di finanza alternativa: un'opportunità per il territorio" e sono Intervenuti: Gabriele Cappellini, Amministratore Delegato Fondo Italiano d'Investimento; Domenico Arcuri, Amministratore Delegato Invitalia e Stefano Caldoro, Presidente della Giunta Regionale della Campania. "Penso che il Paese abbia già troppi livelli decisionali e credo che le Regioni debbano sciogliersi e rinascere come sono nate, come grandi macroaree di pianificazione - ha precisato il governatore - che non possono avere bilanci e che non possono essere piccoli stati in un Stato. Noi come Regione Campania, abbiamo messo a posto i conti, non produciamo più debito. In un momento di crisi abbiamo tenuto insieme due pilastri fondamentali: sostegno al lavoro e misure per le imprese. Lo abbiamo fatto con le misure del piano di azione e coesione" - ha concluso Caldoro. "Qui siamo di fronte alla possibilità che si crei un paradosso - ha esordito Arcuri - e cioè che ci siano delle istituzioni meritevoli che "Idevono occuparsi di trovare gli strumenti per favorire la crescita. Dal 2001 al 2012, il Pil della Comunità Europea - ha continuato l'Amministratore Delegato - è cresciuto del 16,1%, in Italia dell'1,6%. Ciò significa che l'Italia è cresciuta 10 volte in meno. Il Pil del Mezzogiorno è diminuito del 3,8%. Purtroppo bisogna prendere atto di questi dati e tentare il rilancio della nostra economia". "Il nuovo modello di sviluppo si fonda realmente su un mercato dove il tuo competitor non è più nel tuo stesso paese - ha sostenuto Cappellini - per stare al passo con i tempi, devi trovare delle strutture in grado di rispondere efficacemente al mercato. Per uscire dall'Italia, c'è bisogno di grandi cambiamenti".