
Salerno. La crisi dell'industria non accenna a diminuire: a Salerno ha chiuso un altro stabilimento, la Essentra Filtrona. Di punto in bianco, i lavoratori sono stati licenziati ed ora si sono barricati all'interno dell'azienda e non hanno intenzione di uscirvi se non dopo aver avuto delle risposte dai proprietati inglesi. Questo è stato l'argomento dibattuto ieri nella trasmissione tv "Salerno Parla", con Mauro Maccauro, Presidente Confindustria di Salerno; Franco Picarone, Assessore all'Annona del Comune di Salerno e in collegamento dalla mensa dell'ex Filtrona, lavoratori e rappresentanti sindacali. Questi i fatti: venerdì 31 gennaio, il direttore della Essentra, azienda che produce filtri di sigarette, recandosi in azienda ha comunicato ai lavoratori che lo stabilimento da quel giorno stesso sarebbe stato chiuso. Gli 81 lavoratori sono rimasti increduli e sgomenti, perchè c'era stata una crisi risalente a un paio di mesi fa, ma dopo 26 giorni di cassa integrazione tutto sembrava essere tornato alla normalità. E invece così non è stato: una doccia fredda per tutti. "Stiamo cercando di convincere l'azienda a confrontarci con le nostre richieste - così Anselmo Botte, Cgil - Non crediamo che la Essentra abbia perso tutte le commesse da un giorno all'altro, perchè in Italia ha altri tre stabilimenti che producono molto e quindi una delle ipotesi che noi avanziamo, è quella di spostare la produzione in un'altra città. Non c'è stata nessun tipo di comunicazione da parte della dirigenza - ha continuato Botte - Gli ammortizzatori sociali non sono proprio stati presi in considerazione, e questo ci fa rabbia. Abbiamo chiesto l'intervento del Prefetto, per convocare una riunione con i rappresentanti della Essentra, ma il cammino è lungo e difficile". "E' un caso anomalo e triste - ha sostenuto Gerarda Maria Pantalone, Prefetto di Salerno - c'è stata una scarsa considerazione dei lavoratori ai quali la società ora non può negare un incontro". Anche il Presidente Maccauro è intervenuto sulla vicenda: "Non c'erano segni di crisi profonda. La decisione presa venerdì mi ha provocato sgomento e amarezza. Ecco perchè ho mandato una missiva all'Amministratore Delegato dell'Essentra, ma dopo 48 ore ancora nessuna risposta. Come Confindustria, ci siamo spinti anche oltre, cercando di individuare alcune soluzioni molto semplici. Per esempio, come prima cosa, abbiamo chiesto di tener conto dei lavoratori specializzati che potrebbero essere trasferiti in altri stabilimenti. Poi - ha continuato Maccauro - abbiamo ipotizzato l'accompagnamento dell'azienda presso le istituzioni locali e nazionali e infine, abbiamo dato la nostra disponibilità per rivedere la loro posizione radicale. Secondo me, visto che le autorità locali non hanno avuto nessun tipo di risposta dalla società, dovrebbe intervenire il Ministero delle Attività produttive". L'Essentra aveva già chiuso uno stabilimento nel 2004 a Rovereto, ma le modalità sono state molto differenti. Infatti, in quel caso, l'azienda è arrivata a un accordo con i lavoratori, ha usufruito degli ammortizzatori sociali. Non solo: la società ha anche concesso ulteriori agevolazioni, in quanto ha delegato un'agenzia per la ricollocazione dei lavoratori. Tutto questo a Salerno non è successo, ed è soprattutto questa la causa per la quale i lavoratori hanno deciso di occupare la fabbrica e di non lasciarla fino a quando non ottengono chiarimenti. "La cosa che mi lascia sgomento - ha sostenuto Maccauro - è il fatto che l'azienda nel 2013 ha assunto altre persone, e che a novembre scorso un rappresentante del gruppo era venuto a Salerno a dire che si sarebbe andati avanti come nel 2013. La cosa più assurda - ha continuato - è che i lavoratori non sono stati messi nella condizione di scegliere di andare a lavorare altrove, sempre per la Essentra. Stasera non so chi rappresenterà l'azienda, perchè anche figure importanti, come il Direttore di stabilimento, è stato licenziato". "Non ci aspettiamo niente dall'incontro di questa sera - ha commentato Botte - è solo un modo per attivare le procedure della mobilità, la chiusura dello stabilimento. Non ci interessa confrontarci di chiusura, ma su un'ipotesi di rilancio. Poi siamo disponibili a qualsiasi soluzione, anche a ricorrere agli ammortizzatori sociali, per poi creare una soluzione occupazionale come la precedente". "Manca uno statuto di tutela dei lavoratori per le imprese multinazionali - ha dichiarato l'Assessore Picarone - quando ci troviamo dinanzi a queste situazioni, con un'azienda che assume l'anno precedente e poi licenzia così di punto in bianco, ci troviamo di fronte a delle strategie di carattere internazionale, dove l'unico principio esistente è la libertà di stabilimento dell'impresa dovunque si voglia. Siamo a cospetto di un'azienda che ha una diversificazione produttiva - ha proseguito Picarone - e che ben avrebbe potuto comporre un piano industriale al di là del tabacco. Il punto è condurli ad una strategia industriale che emerga su un tavolo di discussione. I lavoratori devono avere dei loro rappresentanti nei Consigli d'Amministrazione, perchè devono sapere per tempo quali sono i piani dell'azienda". Anche il Sindaco De Luca ha parlato della vicenda, dopo aver ricevuto i lavoratori: "E' un caso di profonda gravità, soprattutto per il comportamento irresponsabile dell'azienda. Dobbiamo lavorare in queste ore per cercare di sospendere questo provvedimento e attivare una cassa integrazione straordinaria, almeno per alcuni mesi, per ragionare sul futuro dell'azienda". Dure anche le parole di Franco Tavella, segretario generale della Cgil Campania: "In questa vicenda, è saltata una cultura d'impresa, una umanità nel rapporto con i lavoratori. Dietro le persone, c'è una dignità, una intelligenza e devono essere rispettati. Sono fallite le regole per regolamentare il presunto conflitto tra capitale e lavoro. Queste regole sono saltate, perchè in questo momento abbiamo una crisi di rappresentanza che riguarda tutti i settori della istituzioni, comprese i sindacati. La politica è delegittimata, deve rimettersi a disposizione dei cittadini". "Il tema della rappresentanza è serio - ha replicato Maccauro - bisogna stare al passo con i tempi, e mi fa piacere che Tavella abbia aperto a una nuova stagione di relazioni industriali, adeguate ai tempi che viviamo. Più in generale, direi che abbiamo una situazione tale per cui le aziende che sono uscite dalla crisi sono quelle che si sono. C'è però tutto un segmento di attività produttive che non può trovare cittadinanza in questo Paese se non riparte l'economia nazionale. Dobbiamo abbassare il costo unitario per prodotto - ha concluso il Presidente - rimettere in campo una questione industriale su cui siamo in netto ritardo e sbloccare tante opere ferme per vari motivi".