Padula. La città di Padula ha assunto per il secondo anno consecutivo le sembianze di Gerusalemme, portando in scena la Passione di Cristo. La rappresentazione ha avuto luogo ieri a partire dalle ore 18:00 e, anche questa volta, il successo di pubblico è stato straordinario: tutti i cittadini infatti si sono stretti intorno agli interpreti, seguendo il corteo di attori con compostezza e grande commozione. Ben centoventi le persone tra attori, costumisti, truccatori e staff tecnico, una macchina di lavoro sorprendente, considerando soprattutto che si tratta di partecipanti senza alcuna esperienza pregressa, escludendo quella maturata nel corso dell'edizione 2013. L'evento è stato realizzato grazie alla sinergia intercorsa tra le parrocchie di San Michele Arcangelo e San Giovanni Battista insieme all'Oratorio di San Giovanni Battista Onlus, con il patrocinio della Provincia di Salerno e della Città di Padula. I luoghi simbolo della storia di Gesù hanno trovato un loro corrispondente ideale tra le strade e le piazze del comune valdianese, mostrando sorprendenti analogie con i paesaggi a cui ci hanno abituati le Sacre Scritture. Il corteo è partito dalla zona di Santa Maria dove ha avuto luogo l'arresto di Gesù, proseguendo poi fino alle chiesa della Santissima Annunziata dove è avvenuto il processo; gli attori si sono poi inerpicati lungo la ripida salita che conduce alla piazza principale di Padula, compostamente seguiti dal pubblico e, una volta giunti in zona San Paolo, Gesù con la sua croce si è scisso dal corteo delle donne per poi incontrarle sulla piazza dove c'è stata la prima caduta del Salvatore. Ma gli incontri riprodotti dalla Sacra Rappresentazione sono stati numerosi, di volta in volta il Cristo è stato amorevolmente accarezzato dalla Vergine, il suo volto è stato deterso dalle pie mani della Veronica ed è stato affiancato da Simone il Cireneo lungo tutto il suo tragitto verso la morte in croce. Il corteo ha continuato poi a snodarsi attraverso i vicoli, un vero e proprio fiume umano che ha avvolto la città, ripercorrendo fedelmente ogni singola stazione della Via Crucis, giungendo infine nel luogo prescelto per la crocifissione: una luce rosso intenso ha avvolto l'area, facendo precipitare i presenti in un'atmosfera angosciosa e disperata, Gesù e i due ladroni hanno subito la loro condanna interpretando il proprio ruolo con totale coinvolgimento e pathos. La folla raccoltasi attorno agli interpreti ha poi visto la conclusione dello spettacolo sacro nella zona denominata in dialetto "La Carcara", un luogo dalla geografia arida ma che si è sposato perfettamente con le scenografie tipiche dell'Israele di quell'epoca: è stato riprodotto il Santo Sepolcro e, una volta fatta rotolare la pietra tombale, una luce - stavolta chiara ed intensa - ha illuminato con il suo fascio i presenti, portando così a compimento la Resurrezione di Nostro Signore. Innegabile la profonda suggestione che è scaturita dalla Via Crucis voluta e realizzata dal Parroco di San Giovanni Battista, Don Giuseppe Radesca: grazie alla sua iniziativa, infatti, è stato possibile concretizzare il racconto che è parte integrante della vita di ogni credente cattolico. La partecipazione, non solo del pubblico ma di tutti coloro che hanno realizzato questo spettacolo, è stata totale e Padula si è stretta in un abbraccio, mostrando di essere una comunità coesa, capace di far parlare di sé in termini estremamente positivi. Sentimenti contrastanti quelli provati da tutti i presenti: rabbia, dolore, angoscia, sollievo, paura, un insieme di emozioni rese possibili grazie al lavoro di ogni singolo cittadino. Ancora una volta però il plauso va soprattutto agli "attori per un giorno" che con la loro interpretazione hanno dimostrato che, alla base della riuscita di un evento, deve esserci la passione e l'amore per quello in cui si crede.
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