Salerno. Testimonianza fra cronaca e storia quella raccontata da Giuseppe Amato, giovane ufficiale dell'Esercito italiano, in "L'eco dei miei passi a Kabul" (Mursia), libro che sarà presentato sabato 6 Aprile, alle ore 19.30, presso il Punto di Porta Rotese 12 a Salerno, nell'ambito di "PrimaverArte a Salerno 2013", iniziativa culturale ideata e promossa dall'associazione "Salerno crea". Flash di vita vissuta in Afghanistan dal capitano Amato presso il Comando Nato a Kabul nell'ambito della missione ISAF, riportati con uno stile semplice e diretto. L'ufficiale racconta la sua avventura umana e professionale, raccontando il passaggio complesso che l'Afghanistan sta attraversando, e alternando la descrizione di momenti tragici - l'attentato in cui morirono sei militari della Folgore - ad episodi leggeri in cui le distanze con la nostra realtà sono notevolmente ridotte e stemperate da una sana ironia. L'ufficiale, di origi lucane, con le sue parole offre al lettore una serie di istantanee coinvolgenti. Una testimonianza "in presa diretta", un volume prezioso per comprendere il lavoro - spesso difficile ma sempre svolto con passione - dei militari italiani nei teatri di guerra. Insignito del Premio Targa "Il Molinello" Rapolano Terme (Siena) e del Golden Selection del Premio Letterario Internazionale Città di Cattolica. L'autore sarà intervistato dal giornalista Alfonso Bottone. Nel corso della serata saranno esposti oggetti tipici afghani e proiettate immagini inedite dall'Afghanistan. Il capitano Amato, nato a Matera nel 1975, ha frequentato l'Accademia Militare di Modena e la Scuola di Applicazione a Torino. Laureato in Scienze Strategiche e in Informatica, ha partecipato a diverse missioni all'estero e attualmente presta servizio presso lo Stato Maggiore della Difesa. L'incontro con l'autore sarà preceduto dai saluti del presidente dell'Associazione "Salerno crea", Giuseppe Carabetta, e del presidente provinciale dell'UNPLI, Mario De Iuliis, e dall'inaugurazione della mostra d'arte dei pittori Concetta Carleo e Adriano Paolelli, e della ceramista Ida Marano.
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