Napoli. Nella convulsa giornata di ieri in Regione, la maggioranza consiliare è riuscita a far passare il testo di legge sul "riordino del ciclo delle acque". La legge elide i cinque Ambiti Territoriali di riferimento, creandone uno solo a carattere regionale, ripartito poi in cinque distretti. Si tratta della gestione distrettuale delle acque, modello incoraggiato dal governo guidato da Renzi. La nuova struttura gestionale prevede un Comitato Esecutivo, composto da 20 membri, che scalza i comuni campani e assume su di sé tutte le principali decisioni: dalla scelta del presidente alla distribuzione delle gestioni nei distretti, neutralizzando così le funzioni pubbliche locali. "Si conferma - ha poi detto De Luca - che c'è chi fa chiacchiere e chi decide, chi fa propaganda e chi risolve i problemi della gente. Il Consiglio regionale ha approvato la legge di riordino del ciclo delle acque, un risultato straordinario in un settore decisivo. La nuova legge trasferisce i poteri di gestione ai Comuni, consente di razionalizzare i servizi, di dare risposta a migliaia di famiglie e di imprese che soprattutto nell'area vesuviana hanno vissuto condizioni di incertezza o di oppressione. Si conferma che c'è chi parla e chi decide". Il testo è stato fortemente contestato da numerosi attivisti, dai comitati e dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Il 28 Novembre a Napoli manifesteranno i comitati per chiederne la rimozione.
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