di Gerardo de Luca
Non è facile esprimere i sentimenti di cordoglio quando il dolore te li strozza sul nascere per la necessità che si ha, in questa collettività, di nascondere le lacrime. E' morta Alda Merini. Non una poetessa ma la voce chiara e limpida della letteratura italiana contemporanea. Cara a Pierpaolo Pasolini e prima ancora a Montale e a Quasimodo. Dal primo di novembre l'Italia ha un monumento in meno. Con la morte della Merini, infatti, si sgretola l'ultimo drappello di spiritualità letteraria che tanto celebre rende l'italianità all'estero. Scontrosa e dolcissima la Merini è stata l'altra faccia della "normalità" cantando e decantando il piacere di sentirsi diversi. La malattia mentale che per tanti anni l'ha inseguita e che lei descriveva come "briglie d'oro", l'ha portata, invece di escluderla, tra la gente grazie anche al suo stile semplice e, benchè spesso dolente, carico di speranza.
