di Chiara Guadagno
Il presidente tiranno

di Chiara Guadagno
Da quel momento è incominciato un percorso di conoscenza e riflessione su quanto di terribile stava avvenendo a Sarajevo che, da città simbolo della convivenza etnica e religiosa, si stava trasformando in una città martire, subendo l'ormai tristemente noto lungo assedio; è a partire da questi episodi che si è sviluppato l'interesse a capire e riflettere su come nasce la poesia nei luoghi di conflitto. Si è creato, inoltre, anche il primo contatto con Izet Sarajlic (scomparso nel Maggio 2002), grande poeta di Sarajevo e testimone della tragedia balcanica.Questa "cronaca di viaggio" è stata raccontata utilizzando, oltre alle riflessioni dei protagonisti, due straordinarie testimonianze: il sopraccitato film di Vesna Ljubic, (realizzato "per scoprire e registrare ciò che è immortale dentro la mortalità del mondo", come sostiene la regista) e la famosa video-lettera di Izet Sarajlic a Sinan Gudzevic, "Sarajevo, febbraio 1994" (inviata durante l'assedio, tradotta e sottotitolata da Casa della poesia) in cui il poeta parla della città assediata, del modo di vivere, della carestia, delle famiglie divise, dell'amore che, non scomparso dalla città , avrebbe dovuto, secondo lui, vincere sull'odio dei bombardamenti; nella lettera, inoltre, passa in rassegna, attraverso citazioni e reminiscenze, i mondi immaginari e fantastici della letteratura mondiale che nella tragedia della guerra hanno rappresentato per lui un'oasi di umanità e di forza per resistere, concludendo che la sorte di quei poeti che non si sono schierati con le ideologie nazionaliste dopo la terribile guerra sarà forse quella di errare nei luoghi provvisori, ancora da definire.
Occasioni come l'incontro di Lunedì scorso sono un valido punto di partenza per chiunque voglia riflettere sull'indissolubile legame che unisce poesia e vita, nonostante le atrocità e gli orrori della storia.
Â
Â