Ladyshine, fantasia al potere per i bijoux handmade che hanno stregato Roma

Chiara Guadagno
Continua l'inchiesta di irno.it rivolta alla compagnia teatrale "Amici di Liuccia".
Questa settimana ci siamo concentrati, attraverso interviste parallele, su due attrici ben note qui a Lancusi: Patrizia e Monica.
Da quanto tempo fate parte della comitiva?
Patrizia: Da sette anni.
Monica: Da dieci anni, sono una delle poche attrici nate insieme al gruppo teatrale.
Patrizia: Sono Concetta, moglie di Felice Sciosciammocca e madre di Margherita.
Monica: Sono Margherita, figlia di Concetta e figliastra di Felice Sciosciammocca.
Spiegate ai nostri lettori gli aspetti fondamentali dei vostri personaggi.
Patrizia: Prima di tutto il mio è il personaggio della moglie tradita, che risulta molto goffa e rozza e può essere definita la caratteristica donna napoletana "sguaiata".
Monica: Il mio è un personaggio marginale, la classica figlia che segue le orme della madre, pur conservando una certa classe rispetto a quest'ultima che invece è la tipica "cafona arricchita".
Quali sono, secondo voi, gli ostacoli incontrati fino ad ora dal gruppo?
Patrizia: Come tutti gli anni si arriva sempre agli ultimi giorni per imparare la parte e, poiché i personaggi principali sono gli uomini, a meno di due settimane dalla rappresentazione siamo ancora "in alto mare".
Monica: La poca costanza e lo scarso impegno di alcune persone.
Quali sono, invece, quelli incontrati personalmente?
Patrizia: Non ho trovato nessuna difficoltà ad imparare la parte, tranne per il fatto di dover recitare con persone che "zoppicano" con la memoria.
Monica: Non ho mai trovato nessuna difficoltà, mi sono sempre integrata nel gruppo (a parte qualche litigio estemporaneo); ho cominciato con una piccola parte ma poi, grazie alle doti personali ed alla piena fiducia accordatami dal regista, ho spesso interpretato ruoli principali.
Quali sono stati i momenti più divertenti di questa esperienza?
Patrizia: Mi diverto sempre molto all'inizio, quando ci vengono assegnate le parti, perché il nostro regista ogni anno ci attribuisce un ruolo che calza a pennello ad ognuno di noi, mettendo in risalto i lati più buffi del nostro carattere che non si evidenziano nella vita quotidiana. Mi diverto tanto anche quando organizziamo le cene, perché il nostro non è un gruppo che si ritrova solo durante le prove.
Monica: I momenti divertenti sono tantissimi: già ascoltare le battute dello "Scarfalietto" (la precedente commedia), ci faceva morire dalle risate. E' molto bello anche notare insieme quanto alcune persone del gruppo sembrino plasmate sui personaggi "scarpettiani", ed infine condividere le tante serate trascorse anche al di fuori dell'ambito teatrale.
Quali sono, invece, le sensazioni provate una volta in scena?
Patrizia: Una volta aperto il sipario c'è molta ansia, perché si ha tanta paura di non ricordare la parte; ma l'emozione più forte è alla fine della commedia, quando c'è l'applauso della platea.
Monica: Un misto di agitazione, paura di non ricordare la parte, ma anche e soprattutto gioia, adrenalina, voglia di divertire il pubblico, di sorprenderlo. Il teatro mi ha sempre dato tanto, si può dire che io sia cresciuta con esso.
di Chiara Guadagno
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