
Mercato San Severino. Evitare la soppressione dell'Ufficio Territoriale del Giudice di Pace: questa è la missione del Sindaco di Mercato San Severino. Giovanni Romano, infatti, ha convocato per il 1 ° ottobre 2012 i primi Cittadini dei Comuni di Baronissi, Bracigliano, Calvanico, Castel S. Giorgio, Fisciano, Roccapiemonte e Siano, per stabilire insieme il da farsi. L'iniziativa costituisce un altro passo del complesso percorso che l'Amministrazione Comunale ha affrontato senza perdersi d'animo. Il primo cittadino di Mercato S. Severino aveva, da tempo, evidenziato come la "soppressione degli uffici di Mercato S. Severino avrebbe avuto ed ha pesanti ripercussioni sui cittadini, con notevoli disagi logistici ed aggravi di costi, oltre alle ricadute evidenti sull'indotto", discutendone già in passato con i Sindaci dei Comuni del comprensorio, con i componenti del Direttivo dell'Associazione Territoriale Forense (ATF) di Mercato S. Severino, il Dott. Nicola Lombardi, Giudice di Pace Coordinatore di Mercato S. Severino, proprio per predisporre un piano concreto di azioni risolutive. Tutti gli Amministratori hanno espresso la volontà di condividere insieme un percorso volto all'assunzione di possibili impegni finanziari, seppur gravosi per le casse comunali in questo delicato momento di congiuntura economica negativa, pur di sostenere il prosieguo delle attività e delle funzioni del Giudice di Pace. "Ci siamo impegnati a reperire locali alternativi - dichiara il Sindaco Giovanni Romano - presso la struttura denominata "Casa Rossi", alla frazione Carifi. La sede necessita, tuttavia, di alcuni interventi che potrebbero essere effettuati più rapidamente, se supportati dal contributo di tutti i Comuni del territorio che beneficiano delle prestazioni del Giudice di Pace". Sebbene tutti i Sindaci dei Comuni si siano dimostrati favorevoli, ora dovranno farsi i "conti in tasca" per capire che tipo di impegno economico condividere ed inviare una relazione, nel più breve tempo possibile, al Ministero di Grazia e Giustizia. L'iniziativa ministeriale comporta pesanti conseguenze, considerato che il Giudice di prossimità è al servizio non solo dei cittadini, ma del complesso della popolazione residente, che comprende l'Università degli Studi di Salerno (con circa 40.000 iscritti), nonché le attività economico e finanziarie - e relativo indotto-, che fanno di questa vasta area il secondo polo produttivo della Provincia.