Agropoli. Non accenna a placarsi in città il clamore suscitato dal "caso Lido Oasi". Sono nove gli avvisi di garanzia di conclusione delle indagini che hanno raggiunto venerdì scorso Franco Alfieri e i consiglieri comunali della passata legislatura, per i quali si ipotizza il reato di abuso d'ufficio. Gli indagati sono infatti i firmatari della delibera di Consiglio comunale n. 111 del 30 novembre 2008, nella quale il Comune di Agropoli disponeva la privatizzazione del reliquato stradale su cui insiste il lido Oasi, in via Kennedy, autorizzandone l'alienazione a favore dell'imprenditore Luigi Di Nardo, titolare dello stabilimento. L'inchiesta della magistratura ha avuto inizio nel 2008 a seguito di una denuncia presentata dall'imprenditore balneare Carlo Scalzone, titolare del limitrofo lido Azzurro, che contestava la decisione di privatizzare l'area demaniale dove sorgono bar, ristorante e servizi igienici completamente abusivi. Per questo andrebbero immediatamente abbattuti. I manufatti, d'altronde, furono già colpiti nel 2006 da un'ordinanza di abbattimento disposta dal Comune, confermata dal Tar di Salerno nel maggio del 2011. Da Palazzo di Città si respinge ogni accusa, intanto precisando che "l'atto di sdemanializzazione del reliquato stradale è pienamente legittimo".