Bologna. "In Italia sono ampiamente sovrastimati gravità e tasso di letalità dell'epidemia da Coronavirus perché ci sono almeno 100 mila casi di contagi, di cui 70 mila non identificati, mentre i tassi di letalità in Lombardia ed Emilia Romagna, prossimi al 10%, documentano un sovraccarico degli ospedali". È quanto rilevato dalla fondazione Gimbe a poco più di 3 settimane dal primo caso di Codogno, sottolineando che solo il distanziamento sociale può evitare il disastro sanitario al Sud. Basandosi sui dati certi, positivi tamponati e deceduti, le stime matematiche convergono su questa cifra. La recente impennata dei casi in Spagna, Francia e Germania dimostra che per tutti i paesi europei la battaglia è analoga a quella italiana, con un ritardo di 7-9 giorni. "Considerato - spiega il rapporto - che l'efficacia delle misure di distanziamento dipende dalla loro rigorosità, dalla tempestività e dall'aderenza dei cittadini, Europa, Stati Uniti e tutti i paesi del mondo dovrebbero fare tesoro dell'esperienza (e degli errori) dell'Italia. Un approccio frammentato, d'altronde, rischia di vanificare le misure draconiane messe in atto da alcuni paesi, in primis l'Italia, creando inevitabili "casi di rientro" e rendendo, tra l'altro, molto più difficile predisporre misure straordinarie per fronteggiare la recessione economica se i paesi del G7 e del G20 si troveranno disallineati nella gestione dell'epidemia e delle sue conseguenze sui mercati finanziari". Il quadro restituito dai dati ufficiali spaventa gli italiani che percepiscono la patologia come "molto grave". L'aggiornamento del 16 Marzo (che non include i dati della Puglia e della provincia di Trento) riporta 27.980 casi: 1.851 (6,6%) pazienti in terapia intensiva, 11.025 (39,4%) ricoverati con sintomi, 10.197 (36,4%) in isolamento domiciliare, 2.749 (9,8%) dimessi guariti e 2.158 i decessi (7,7%). La distribuzione di gravità della malattia appare molto più severa di quella cinese. Infatti, lo studio condotto sulla coorte cinese e pubblicato su JAMA riportava 44.415 casi confermati di cui 81% lievi, 14% severi (ospedalizzati) e 5% critici (in terapia intensiva), con un tasso grezzo di letalità del 2,3%. Considerato che in Italia i tamponi vengono effettuati prevalentemente sui soggetti sintomatici, la gravità di Covid-19 è ampiamente sovrastimata perché vediamo solo la punta dell'iceberg. Assumendo una distribuzione di gravità della malattia sovrapponibile a quella delle coorte cinese, si può ipotizzare che la parte sommersa dell'iceberg contenga oltre 70 mila casi lievi/asintomatici non identificati. Prendendo in considerazione questi casi, la casistica italiana si "ricompone" riducendo la percentuale di pazienti ricoverati e in terapia intensiva, oltre che del tasso di letalità che si riallinea a quello della coorte cinese. Di conseguenza, la gravità di Covid-19 è ampiamente sovrastimata e quello che vediamo rappresenta solo la punta dell'iceberg.